Renzi: “C’è una sinistra a cui piace perdere” Ma ora è il Pd a perdere pezzi

Pubblicato il 9 Maggio 2015 alle 10:20 Autore: Antonio Atte

Dopo l’addio di Pippo Civati, nel Pd ora sono in molti a riflettere sulla possibilità di lasciare il partito. L’europarlamentare Elly Schlein, intervistata da La Repubblica, ieri ha annunciato la sua decisione di uscire dal Pd, lamentandone uno spostamento a destra del baricentro politico: “Le nostre politiche stanno diventando di centrodestra”, ha affermato Schlein. “Sono mesi che il governo fa cose in cui non riesco a riconoscermi, ma la fiducia sull’Italicum è stato un vero colpo”.

“L’elenco è lungo: questo è il governo che ha messo fine a Mare Nostrum e io non sono affatto convinta che Triton sia una risposta adeguata. Lotto per i diritti civili – prosegue – e il mio ministro dell’Interno impone la cancellazione delle nozze tra persone dello stesso sesso. Sogno un futuro sostenibile e mi ritrovo le trivelle rimesse in moto dallo Sblocca Italia. Non sopportavo più questa perenne contraddizione”.

Con ‘Occupy Pd‘ “noi occupammo le sedi del partito contro le larghe intese, ma ora sono le larghe intese che stanno occupando noi. Il Pd non è quello che era nato per essere”, afferma Schlein. “Comunque deve preoccupare non il mio addio, o quello di Civati, ma le scissioni silenziose dei nostri elettori. Il mio segretario – aggiunge – ha sostenuto che il 37% di affluenza in Emilia alle ultime regionali era un dato secondario. Io ho sempre lavorato per riportare a votare quelli che non ci andavano. C’è una sofferenza evidente, in tutta Italia: guardiamo in Campania, quello che ha scritto Roberto Saviano, guardiamo la Sicilia e le primarie di Agrigento. Pensiamo alla Liguria”.

Pd, Marzano: “Renzi si circonda di incapaci”

E’ pronta a seguire l’esempio di Pippo Civati e di Elly Schlein anche Michela Marzano, deputata del Pd. “Penso di dimettermi, di tornare al mio lavoro di intellettuale. Di certo non arrivo a fine legislatura, però vorrei restare fino all’approvazione della legge sull’accesso alle origini e sulle unioni civili. Mi do ancora qualche mese per evitare che vengano stravolti”, riferisce la parlamentare, sempre a La Repubblica.

Michela Marzano afferma di essere delusa “dal Pd, da come funziona, da come si allontana sempre di più dai valori di sinistra” e “disturbata dal modo in cui Renzi gestisce il potere. Si circonda di incompetenti e incapaci, così da poter decidere tutto lui. Ma non basta volere per potere. Esistono i limiti del reale che non si piega all’onnipotenza della volontà”.

In futuro, Marzano non esclude di seguire Pippo Civati nella sua nuova avventura politica: “Finché resto, il ‘dove’ mi colloco è una questione aperta. E mi domando: se muta il dna di sinistra, sono io che abbandono il Pd o lui che abbandona me? Civati lo osservo, cerco di capire il suo progetto”. “La vera natura del Pd – aggiunge la deputata – l’ho capita standoci dentro. Ho capito che si stava sbriciolando quando non hanno preso atto della ‘non vittoria’ del 2013, come fatto dai leader inglesi in queste ore che si sono tutti dimessi”.

Michela Marzano

Michela Marzano, deputata Pd

Renzi: “C’è una sinistra masochista”

Contro i dissidenti del partito, ieri sera a Genova, nel corso di una manifestazione elettorale a sostegno di Raffaella Paita, il premier Matteo Renzi ha rivolto parole piuttosto dure: “C’è un solo Pd – ha detto Renzi – ma ci sono due sinistre: una che prova a cambiare e una che vuole perdere e far perdere”.

“Quando un partito di sinistra sceglie di non giocare la sfida riformista, ma sceglie l’estremismo, perde le elezioni”, ha aggiunto Renzi, riferendosi alla disfatta del Labour alle ultime elezioni nel Regno Unito.

A Massimo D’Alema, che aveva evidenziato il drastico calo di iscritti nel Pd, Renzi ha replicato: “Oggi vedo che c’è qualcuno che dice che perdiamo iscritti: sono i nostalgici del 25%, quelli che stavano bene quando si perdeva, quelli che hanno avuto la loro occasione e l’hanno persa. E’ possibile giocare a dividere il Pd? A questa sinistra masochista noi diciamo che siamo un’altra cosa: vogliamo cambiare l’Italia e la cambieremo. Non ci faranno passare la voglia di farlo”.

L'autore: Antonio Atte

Classe '90, stabiese, vive a Roma. Laureato al DAMS con 110 e lode, si sta specializzando in Informazione, editoria e giornalismo presso l'Università degli studi Roma Tre. E' appassionato di politica, cinema, letteratura e teatro. Mail: antonio.atte@termometropolitico.it. Su Twitter è @Antonio_Atte
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