Risultati elezioni Polonia: con Duda più lontani dall’Euro

Pubblicato il 12 Maggio 2015 alle 14:27 Autore: Redazione

Risultati elezioni Polonia: è servito un giorno intero ma alla fine i risultati definitivi sono arrivati. Duda vince il primo turno, adesso si aspetta il ballottaggio.

Una vittoria di misura

Confermati gli exit poll diffusi appena dopo la chiusura delle urne, il primo turno delle elezioni polacche se lo è assicurato, anche se di misura (34,76%), Andrzej Duda eurodeputato del partito di destra sociale Diritto e Giustizia. Il Presidente in carica Bronisław Komorowski, candidato indipendente ma appoggiato dal partito di governo Piattaforma Civica, invece è rimasto fermo al 33,77% dei voti. Il 24 maggio si svolgerà il ballottaggio. A ricoprire il ruolo di ingombrante “terzo incomodo”, il musicista rock Paweł Kukiz (dato al 6% poche settimane fa, è riuscito ad arrivare fino al 20,8%, conquistando la maggioranza dell’elettorato giovane), candidato nemico della partitocrazia che proponeva come punto principale una nuova legge elettorale uninominale.

Chi è Duda?

Duda è il “volto nuovo” del partito tradizionalmente legato all’immagine dei due gemelli Kaczyński, ovvero Lech, ex Presidente della Repubblica scomparso in un incidente aereo del 2010 (del quale Duda è stato sottosegretario di stato prima di divenire deputato nel 2011 e poi eurodeputato nel 2014), e Jarosław, sconfitto alle ultime presidenziali del 2010 e ora candidato premier alle legislative che si terranno in autunno.

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La campagna elettorale di Duda si è svolta all’insegna di una maggiore sovranità nazionale a scapito del processo di integrazione nell’Unione Europea, ma oltre a ciò ha posto come due punti fondamentali – promettendo le dimissioni in caso contrario – l’aumento della quota libera da tasse (no tax area) e il ritorno all’età pensionabile precedente, in quanto è stata innalzata a 67 anni per ambo i sessi dal governo di Piattaforma Civica e PSL, partito ruralista di centro. Comunque sia, nonostante la posizione di rilievo occupata da Donald Tusk, che ha lasciato il governo della Polonia per divenire Presidente del Consiglio Europeo, i polacchi sembrano stare con Duda che l’ipotesi di ingresso nell’Eurozona. Da un sondaggio Millward Brown del 4 aprile scorso, emergerebbe che solo il 23% dei polacchi sarebbe favorevole all’immediata adozione dell’euro, il 21% vorrebbe attendere una decina d’anni per il pieno soddisfacimento di alcuni criteri economici, mentre il 46% non vuole l’euro, né oggi né domani.

Più lontani dall’Euro

Il Presidente della Repubblica di Polonia ha poteri di ratifica dei trattati internazionali, anche se per simili decisioni non è trascurabile il ruolo del Parlamento, in cui attualmente vi è una maggioranza popolare abbastanza europeista. La possibile vittoria di Duda al ballottaggio spianerebbe la strada verso le legislative a Diritto e Giustizia, che quindi partirebbe come favorito.

Ora è corsa per intercettare l’elettorato dell’outsider Kukiz, che non sembra intenzionato a sostenere l’attuale presidente; d’altro canto le sue idee sulla moneta unica europea e quelle sul sistema pensionistico sembrano maggiormente compatibili con quelle di Duda, nonostante l’appoggio tardivo del candidato di Diritto e Giustizia all’uninominale, mentre Komorowski si era mostrato disponibile ad un referendum sulla legge elettorale e alla riduzione dei parlamentari sin dalle settimane scorse, cosa che ha voluto sottolineare con uno spot uscito ieri. Un sondaggio pre-elettorale curato da Millward Brown per TVN la scorsa settimana stimava che al secondo turno, su 100 elettori di Kukiz, 28 voterebbero Komorowski, mentre sarebbero in 37 a scegliere Duda e 35 si asterrebbero. Anche solamente confermando i risultati del primo turno, Duda potrebbe avere la vittoria in mano.

Fino tre mesi fa tale scenario era quasi impensabile: le previsioni vedevano Komorowski in grado di essere riconfermato già al primo turno (nel 2010 lo aveva concluso a quota 41,5%, per poi battere al ballottaggio, seppur di poco, Jarosław Kaczynski). Evidentemente, sebbene si sia presentato come indipendente – sicuro che il proprio consenso personale travalicasse gli schieramenti – su di lui hanno influito non poco le difficoltà del partito di origine Piattaforma Civica, che durante le europee dello scorso anno aveva ottenuto solamente 25000 voti in più rispetto all’opposizione di Diritto e Giustizia.

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