Partito Repubblicano, più contenitore politico che partito

Pubblicato il 13 Maggio 2015 alle 10:42 Autore: Giuseppe Spadaro
silbio berlusconi sorridente con le mani nelle mani e sullo sfondo la statua della liberta

Sonore bocciature all’idea del Partito Repubblicano lanciata negli scorsi giorni dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. E non sono le prime. La proposta non piace affatto a Franco Frattini che parla di “strada sbagliata”.

“Partito popolare europeo, non partito conservatore alla Cameron, alla Bush”. Per Franco Frattini, sentito dal Corriere della Sera, l’idea di un partito repubblicano è un errore.

a sinistra berlusconi e a destra george bush

Rotondi: “Da Frattini osservazioni pertinenti”

“Da Frattini vengono osservazioni pertinenti che non sono incompatibili col progetto a cui lavora il presidente Berlusconi. La collocazione del partito unitario del centrodestra è il Ppe di cui Berlusconi torna protagonista attivo”. Lo afferma Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia.

Partito Repubblicano, nodo leadership

Berlusconi sarà ancora il leader? “La soluzione – afferma – sono le primarie, alle quali Berlusconi potrebbe partecipare. Meglio però se fosse la levatrice del centrodestra futuro”. Frattini aggiunge: “non si può opporre a Renzi un partito conservatore con estremisti come Salvini o Meloni. Renzi sta offrendo un sogno, bisogna contrapporgli un diverso cambiamento”.

“Potenziare il merito, per esempio sulla scuola. E soprattutto, Europa, con politica estera, di Difesa, di cooperazione comuni”, osserva. Quindi aggiunge: “Renzi non si batte con i dubbi sull’Europa e con il liberismo economico. Si batte con il Ppe italiano”.

Frattini sottolinea poi che «l’Italicum prevede un potenziale bipartitismo. Renzi però deve stare attento: se non si crea un Ppe italiano, andrà al ballottaggio con Grillo e rischierà di perdere: gli scontenti in Italia sono maggioranza».

Toti: “Partito Repubblicano come una federazione”

Parlando con Repubblica Toti rinvia la discussione sul progetto del Partito Repubblicano al dopo elezioni regionali: “Il dibattito sarà più sereno per tutti dal primo giugno. L’Italicum ci costringe all’unità, questo è chiaro anche a Salvini. La Lega fa ragionamenti corretti: nessuno vuole ammucchiate, non interessano neanche a noi. Dobbiamo confrontarci su un progetto, io credo che siano più le cose che ci uniscono rispetto a quel che ci divide”.

Non sarà una “riedizione del Pdl”, ma “un contenitore all’americana in cui tutti portano le loro individualità. Bisogna pensare a una federazione in cui tutti coloro che si ritengono di centrodestra convergono su candidati e programma”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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