Riforma Scuola, M5S protesta davanti a Montecitorio

Pubblicato il 19 Maggio 2015 alle 12:47 Autore: Riccardo Bravin
Un gruppo di manifestanti davanti a Montecitorio reggono uno striscione con scritto "lunga vita alla scuola pubblica"

Il movimento 5 stelle chiama a raccolta oggi alle 11 davanti a Montecitorio tutti gli interessati al mondo della scuola, senza distinzioni partitiche o di appartenenza politica, per chiedere il ritiro del DDL sull’istruzione. La manifestazione sarà trasmessa in diretta via streaming.

L’appello, in questi giorni si era levato da più voci all’interno della galassia M5S: un post su facebook da parte di Gianluca Vacca, le dichiarazioni di Giuseppe Brescia e Massimo De Rosa al margine di un flash mob sul tema davanti ad un liceo romano; infine oggi sul blog di Beppe Grillo è apparso un post di Alessandro di Battista dal titolo “tutti in piazza per la scuola con il m5s!” nel quale vengono illustrati in dettaglio le motivazioni della protesta.

protesta del m5s in piazza montecitorio contro ddl scuola

La bagarre alla Camera

L’iter della riforma è stato particolarmente travagliato alla Camera, con veementi proteste nei confronti del ministro dell’istruzione Stefania Giannini da parte di tutte le opposizioni ma anche di esponenti delle minoranze dem: particolarmente significative e velenose di Stefano Fassina nei confronti del ministro: “Lasci il suo incarico per ricostruire un clima più positivo nel mondo della scuola”. Ancora più veementi le proteste in aula del M5S, con il deputato Luigi Gallo che a proposito del nuovo ruolo che i presidi assumeranno con la riforma aveva commentato velenoso: “Grazie al provvedimento sulla scuola e alla norma sulla chiamata diretta dei professori da parte dei presidi, farà carriera Agnese, la moglie del Presidente del Consiglio Renzi”.

Immagine del ministro Stefania Giannini in primo piano all'interno di una stanza

Il “preside padrone” e i finanziamenti agli istituti privati

Principale oggetto della contestazione infatti l’art. 9 del DDL che attribuisce ai presidi un potere di chiamata diretta dei docenti nei propri istituti. La preoccupazione di affidare un tale potere al dirigente scolastico, derivavano dal fatto che questa soluzione potesse divenire, considerati i già noti problemi italiani di trasparenza, un’occasione per favorire nepotismo e corruzione per l’assunzione del personale scolastico.
Per questo il m5s aveva insistito ed era riuscito a far approvare l’emendamento detto “aniparentopoli” ovvero il divieto di nuove assunzioni per docenti aventi rapporti di parentela con il preside.
Il ministro Giannini aveva tuttavia tentato di rassicurare gli animi in merito al nuovo ruolo del preside: “Non ci sarà nessun preside-padrone ma un dirigente responsabile e valutato”.
Un altro argomento particolarmente controverso oggetto di dura contestazione da parte dei grillini è il finanziamento del governo agli istituti privati.
Nel suo post Di Battista rileva la contrarietà di tali contributi dello Stato con i principi dettati dall’art. 33 della Costituzione insinuando che le agevolazioni avvengano perché fondazioni e istituti privati beneficiari siano in realtà finanziatori del Partito Democratico.