Immigrazione in Europa: il caso felice dell’Inghilterra

Pubblicato il 5 Giugno 2015 alle 08:00 Autore: Gianni Balduzzi
Immigrazione in Europa: linee che descrivono l'aumento di immgrazione dalle diverse aree della UE

Il dibattito, le paure, le polemiche sull’immigrazione non sono certo una prerogativa italiana, anzi. E’ stato questo un tema dominante anche in Inghilterra nelle recenti elezioni che hanno dato a sorpresa la maggioranza assoluta dei seggi ai conservatori di Cameron.

Anche Oltremanica si è scatenata una rincorsa a chi poteva promettere misure più restrittive verso l’immigrazione dall’estero, con l’UKIP in testa nel criticare l’eccessivo lassismo passato, e persino il partito laburista a seguire i partiti alla sua destra in questo trend, in primis i conservatori che hanno dovuto assistere all’impossibilità di rispettare il target di 100 mila immigrati all’anno da non superare che si erano posti nel 2010. Nel 2014 in realtà l’immigrazione netta è stata di più di 300 mila persone.

E non è stata la presenza in coalizione dei liberaldemocratici che avrebbe annacquato le misure anti-immigrati dei conservatori la causa, quanto paradossalmente l’eccessivo successo dell’economia inglese.

Il Regno Unito è uno degli esempi in cui si può scorgere il circolo virtuoso che accompagna la crescita economica all’arrivo di immigrati. Naturalmente all’inizio l’effetto è solo da un lato, ovvero è la crescita ad attirare immigrazione ma in seguito questa stessa immigrazione crea condizioni favorevoli all’economia.

L’Inghilterra cresce del 2,4% annuo, nel rimo trimestre 2015, e nel 2014 è cresciuta anche del 3%, come vediamo di seguito:

immigrazione in Europa: istogrammi con la crescita in UK nei vari trimestri

Cui è corrisposto un aumento deciso dell’occupazione, di cui abbiamo anche già parlato:

immigrazione in Europa: linea con l'aumento dell'occupazione in Gran Bretagna

Questo trend è coinciso con un aumento dell’immigrazione che l’ufficio statistico inglese riassume in alcune cifre molto esplicative:

318 mila gli arrivi netti (immigrati -meno emigrati) nel 2014, molto più dei 209 mila del 2013, e a un passo dal record del 2005, di 320 mila.

Immigrazione in Europa: istogrammi e linee sul numero di emigrati ed immigrati sul suolo inglese

Come si vede l’emigrazione è rimasta stabile, ed è comunque superiore a quella che esce dal nostro Paese che ha da poco superato i 100 mila annui, ma che genera titoli e allarme mediatico sulla fuga dei cervelli. In realtà ormai nei Paesi più avanzati è normale un maggiore movimento in partenza o in arrivo che in passato.

Più 67 mila immigrati dai Paesi UE, mentre da fuori UE le persone in più immigrate in Gran Bretagna sono state 42 mila. Si vede ancora più chiaramente sotto che il fenomeno dell’immigrazione dal resto della UE è sicuramente più nuovo in Inghilterra di quello dall’Asia o dall’Africa e dai Caraibi.

Ormai la differenza tra europei e non europei da 200 mila persone è sceso a poche migliaia.

Immigrazione in Europa: linee che mostrano l'aumento dei fenomeni di immigrazione a seconda della provenienza

E solo una minoranza, per quanto in aumento, proviene da Romania e Bulgaria (Eu2 citizen di seguito), come molti in Inghilterra temevano dopo il loro accesso alla UE, mentre in pochi anni sono triplicati coloro che provengono dal nucleo originario di 15 Paesi della UE, come dall’Italia, che hanno superato anche l’immigrazione dai nuovi Paesi UE dell’Est (EU8 citizen), principalmente Polonia.

Immigrazione in Europa: linee che descrivono l'aumento di immgrazione dalle diverse aree della UE

Immigrazione in Europa

 

E’ un’immigrazione di maggiore qualità, di persone, spesso laureate, che provengono dal Sud Europa, Italia, Spagna, Portogallo, ecc, e portano competenze e professionalità, e questo si vede anche dalle cifre sulle motivazioni dell’immigrazione

– Più 70 mila gli immigrati per motivi di lavoro, fino a raggiungere i 284 mila. Più 283 mila è anche l’aumento dell’occupazione nei primi mesi del 2015 per gli europei, a fronte di un aumento di 279 mila posti occupati dai britannici.

Di seguito vediamo come aumenta l‘immigrazione per lavoro dalla UE e diminuisce da fuori l’Europa, che usava come veicolo di entrata gli studi in Inghilterra.

Immigrazione in Europa: istogrammi che misurano per europei ed extracomunitari i motivi di ingresso in Europa

Di fatto non sono mai entrate così tante persone per lavoro in Inghilterra nella storia.

E la tensione su questo argomento non ha provocato sommovimenti politici, come vediamo dal mancato trionfo dei populisti anti-immigrati del UKIP, perchè l’ondata di immigrazione è stata motivata da una crescita del PIL sostenuta, crescita che incoraggia un tipo di immigrazione diverso da quello diretto verso l’Italia e la Spagna.

Certamente l’immigrazione incoraggia la moderazione salariale, con il costo del lavoro che non aumenta, e questo ha alimentato le polemiche dell’opposizione laburista e dei sindacati, ma d’altro lato viene in questo modo anche assicurato che l’aumento dell’occupazione continui.

Insomma, il record di immigrazione coincide con il record di occupazione, a smentita del timore che gli stranieri rubino il lavoro, un esempio per il resto d’Europa, a patto che la stessa crescita economica si possa attivare, perchè se l’immigrazione è un fenomeno strutturale che non si fermerà mai, la crescita è una variabile che invece può cambiare anche molto e può favorire la qualità dell’immigrazione stessa che raggiunge i nostri territori.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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