Grecia: Syriza si spacca ma l’accordo resta inevitabile

Pubblicato il 26 Maggio 2015 alle 14:39 Autore: Redazione

Grecia: default? Se salta l’accordo con i creditori, Atene non ha molta scelta. Tsipras ricompatta il partito che, però, non vuole disattendere le promesse elettorali.

Grecia: le correnti di Syriza

Ieri, il comitato centrale del partito di Alexis Tsipras, da 4 mesi al governo, si è riunito per votare sul rimborso della prima rata del debito, scade il 5 giugno, che la Grecia ha con l’FMI. L’ala più intransigente del partito ha proposto di non pagare ma, alla fine, la mozione è stata bocciata anche se con soli 20 voti di scarto (95 favorevoli al pagamento, 75 contrari, un astenuto).

I più radicali, capeggiati dal ministro dell’Energia Panagiotis Lazafanis, hanno anche proposto un documento che elenca i punti non negoziabili con FMI, BCE ed UE (niente tagli alle pensioni, basso avanzo primario, maggiore spesa sociale). Naturalmente non passerebbe mai l’esame dell’Eurogruppo, comunque dà una chiara idea di quello che succederebbe al parlamento greco se Tsipras trovasse un accordo “al ribasso” con i creditori.

Grecia: accordo con frattura

C’è la certezza che almeno 30 deputati di Syriza non voterebbero alcun accordo con Bruxelles se questo andasse contro i tratti salienti del programma elettorale; la maggioranza di Tsipras si regge su appena 12 deputati.

grecia

Dunque, se Tsipras accetta un accordo potrebbe vederselo bocciato dai suoi stessi compagni di partito, d’altro canto, se non raggiunge un’intesa con i creditori nei prossimi giorni, il default non potrà essere evitato. Il premier è da una parte ostaggio della parte più radicale del suo partito, dall’altra sa benissimo che due terzi dei suoi concittadini preferirebbero restare all’interno dell’UE (uscire dall’Eurozona significherebbe anche uscire dalla Comunità dei 28).

Grecia: basta con l’austerità

Tsipras, quindi, si muove sul filo del rasoio: l’ipotesi più probabile è che, il 5 giugno, la prima rata del debito con l’FMI, 300 milioni, sarà pagata (durante il mese dovrebbero essere corrisposti sempre al Fondo altri 1,25 miliardi). Se nel frattempo non verrà trovato un ampio accordo con i creditori – anche nel caso in cui la BCE dovesse garantire maggiori erogazioni alle banche greche – i problemi di liquidità si riproporranno, comunque, ad Agosto.

La situazione sembra senza soluzione e, a proposito della possibilità di un accordo, il ministro delle Finanze greco Varoufakis torna alla carica contro l’austerity. “Rispetto agli altri Paesi della periferia dell’euro, la Grecia ha subito una cura di austerità per lo meno doppia. E questo spiega tutto – ha dichiarato Varoufakisi creditori della Grecia insistono perché il nostro governo applichi ancora altre misure di austerità quest’anno e oltre: un approccio che impedirebbe la ripresa, soffocherebbe la crescita, aggraverebbe il ciclo debito-deflazione e finirebbe per erodere la disponibilità e la capacità dei greci di realizzare il programma di riforme di cui il nostro Paese ha così disperatamente bisogno”.

L'autore: Redazione

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