Mafia Capitale, Cuperlo: “E’ un verminaio”

Pubblicato il 7 Giugno 2015 alle 10:47 Autore: Alessandro Genovesi
cuperlo vitalizi

L’ inchiesta Mafia Capitale ha messo in luce “un verminaio che va estirpato e al più presto”. Così Gianni Cuperlo in un’ intervista a Qn e Stampa. “Il Pd – sottolinea sulle pagine di Qn – ha iniziato un lavoro serio con il commissario Orfini, lavoro che va sostenuto e ampliato, poi c’ è il problema di sostenere la giunta Marino, che ha fatto da argine alla Cupola, e continuare nel rinnovamento, ma tutto il Pd ha molto di cui rimproverarsi, a Roma”.

Il leader della sinistra dem torna anche sul sottosegretario Castiglione, di cui ha chiesto le dimissioni: “Ho risposto a una domanda in una trasmissione televisiva, ma parlavo di opportunità politica delle sue dimissioni. Sono un garantista, proprio come Renzi, e come lui penso si sia innocenti fino al terzo grado di giudizio”. “Mi auguro – continua Cuperlo – che Castiglione sia estraneo ai fatti, ma come ho apprezzato il gesto e le parole dell’ ex ministro Lupi, quando venne in Aula a dimettersi senza aver ricevuto avvisi di garanzia, così penso oggi che per Castiglione ci sia un problema di opportunità politica e di assenza di serenità”. Nell’ intervista alla Stampa torna anche sul sistema delle preferenze, riflettendo sul fatto che alcuni degli arrestati sono stati campioni di voti: “Si vota con le preferenze per il Parlamento europeo, per i consigli regionali e comunali. La domanda – dice Cuperlo – è se la politica possieda l’ autonomia per garantire che tutto ciò avvenga in una cornice di legalità”.

Rosato: “Marino rimanga”

Di  Mafia Capitale parla anche il vicecapogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. “Le opposizioni si ostinano a chiedere le dimissioni di Marino da sindaco della Capitale, capisco la polemica politica, ma sarebbe il modo migliore per fare un favore alle forze legate al malaffare. È stata proprio l’ azione di Marino a favorire le indagini. Entro l’anno il Parlamento varerà il nuovo Codice degli appalti che è una normativa molto complessa ma che renderà più chiara tutta la materia”.

Rosato riflette poi sulle tensioni interne al Pd; come ridurre la litigiosità dei gruppi parlamentari? “Senza chiusure e, uso una parola forte, senza ritorsioni, bisogna tornare alle regole di base. Bisogna tornare alla compattezza su tutti i provvedimenti. Minoranze e maggioranze nei partiti si alternano ma non è possibile che un gruppo parlamentare non rispetti la propria unità dopo discussioni e decisioni assunte nell’ assemblea a maggioranza. È una regola di base che andrà recuperata”. Infine torna sulla vicenda del neogovernatore campano, un impresentabile o una speranza? “De Luca – dice Rosato – non rispetta i canoni classici del Pd di Bolzano. Ma in un territorio martoriato come quello della Campania è una speranza”. E, in un’ intervista al Mattino, assicura: “De Luca ha vinto e dunque governerà. Poi sulla Severino che noi applichiamo e non pensiamo certo di modificare, sarà la Corte Costituzionale a dire l’ ultima parola”.

L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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