Dichiarazioni di trasparenza e riflessione

Pubblicato il 1 Marzo 2012 alle 15:52 Autore: Matteo Patané

Non molti giorni fa si è conclusa la cosiddetta “operazione trasparenza” da parte del Governo, ovvero la pubblicazione, sul sito ufficiale dell’esecutivo, dello stato patrimoniale dei Ministri e dei Sottosegretari che compongono la formazione di Mario Monti.
La messa on-line dei dati non ha mancato di suscitare scalpore, dando spunto a commenti e analisi tanto dalla blogosfera quanto dai principali quotidiani e intasando per diverso tempo il sito stesso a causa dell’elevatissimo numero di accessi e download.

Ciò che colpisce e fa riflettere, tuttavia, sono i toni e gli argomenti utilizzati tanto dalla stragrande maggioranza dei giornalisti, quanto dalla quasi totalità dei lettori negli spazi per i commenti messi a disposizione dalle testate.
Il tema focale, ovvero il desiderio di fare trasparenza e indicare con precisione lo stato patrimoniale dei componenti del Governo e le relative analisi su eventuali conflitti di interesse, ha lasciato rapidamente il fatto ad una rapida e generalizzata indignazione per i volumi dei redditi pubblicati, che evidenziano senza quasi eccezioni un esecutivo di Paperoni.

Dichiarazioni 2010 e compensi dei componenti
del Governo Monti

Come evidenzia la tabella, che riporta rispetto ai dati pubblicati solo la dichiarazione dei redditi 2010 ed il compenso percepito per il ruolo di governo, i valori indicati sono oggettivamente alti.
Se il compenso percepito dallo Stato oscilla intorno a poco meno di 200.000 €, le cifre si innalzano enormemente se si osservano le dichiarazioni dei redditi del 2010: il valore medio, tra coloro che hanno riportato il dato, è di oltre 700.000 €, compresi tra i 7.005.649 € del Ministro della Giustizia Severino ed i 60.242 € del Sottosegretario all’Istruzione Ugolini.
Tra i 33 membri del Governo che hanno indicato i redditi 2010, appena 3 dichiarano meno di 100.000 €, nove sono tra i 100.000 € ed i 200.000 €, undici tra i 200.000 € ed i 500.000 €, tre tra i 500.000 € e 1.000.000 €, quattro tra 1.000.000 e 2.000.000 €, uno tra 2.000.000 € e 5.000.000 € e infine uno oltre i 5.000.000 €.
Si tratta di valori – salvo forse i tre più bassi – in ogni caso altissimi, cifre spesso ben oltre la portata dei guadagni non di un anno, ma di una vita intera per la stragrande maggioranza della popolazione, e proprio su questo si sono concentrate le attenzioni dei principali giornali italiani.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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