Referendum Grecia: Prodi e Ciampi chiedono scelte coraggiose

Pubblicato il 6 Luglio 2015 alle 11:15 Autore: Redazione
referendum grecia romano prodi con la mano destra alta parla con dietro una bandiera dell'europa

“Non è più tempo di rinvii, l’ora è adesso: la Grecia sta scoppiando e se l’Europa non trova una soluzione, non è più credibile”. A parlare è Romano Prodi, ex premier nonché ex presidente della Commissione Europea, tra i padri dell’entrata nell’euro dell’Italia. Un Prodi che, intervistato da La Stampa, sottolinea: “Diciamo la verità, il risultato del referendum greco in queste proporzioni non se lo aspettava nessuno”.

Secondo l’ex premier, la soluzione alla crisi passa da Washington e Pechino: “americani e cinesi faranno di tutto per salvare l’euro”. E spiega: “Gli Usa e la Cina temono entrambi un evento deflagrante. Hanno paura che uno sfaldamento progressivo dell’euro provochi una nuova tempesta in tutto il sistema economico e politico mondiale. Ancora una volta, come è accaduto in Iraq, in Ucraina e in altri scenari, l’Europa vedrà condizionate le sue decisioni da spinte esterne”, l’ennesima dimostrazione che “l’Europa ha perso la sovranità su se stessa”. E riguardo a Pechino: “I cinesi sono interessati alla formazione di contrappesi al dollaro e sono convinti che l’euro sia di aiuto nel loro cammino”.

Ma per Prodi la soluzione radicale ai problemi dell’Europa è un’altra: “O realizziamo una autentica autorità federale europea, una Europa federale, con un governo e un Parlamento forti, oppure le forze nazionali, che sono diventate dominanti rispetto alle istituzioni comunitarie, ridurranno l’Europa a pezzi”. E spiega il deficit proprio col caso della Grecia che è potuta entrare nell’euro “perchè ha potuto ingannare vergognosamente sui dati reali della propria economia. Se ci fosse stata una forte autorità federale, probabilmente Atene non sarebbe mai entrata nell’unione monetaria, o sarebbe entrata ad altre condizioni”.

ciampi referendum grecia

Referendum Grecia, parla Carlo Azeglio Ciampi

Bisogna tornare a concentrarsi sulla “costruzione imperfetta basata solo sulla pur fondamentale gamba della moneta”, uno schema che “non può reggere”. A dirlo è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, capo dello Stato dal 1999 al 2006 e Ministro del Tesoro nel primo governo Prodi, che portò ufficialmente l’Italia nella moneta unica.

Intervistato dal Sole 24 Ore, Ciampi indica tre priorità assolute: “crescita, occupazione, investimenti”. E bisogna smetterla di “rifugiarsi dietro l’esclusivo rispetto di vincoli di bilancio, quando assistiamo a fenomeni inquietanti come la crescente disaffezione dei cittadini europei nei confronti delle istituzioni e delle regole stesse dello stare insieme, contro la marea montante dell’euroscetticismo e l’affermazione di partiti che esplicitamente propongono ricette antieuropee”.

Da Ciampi nessun abbandono dell’Euro, che resta “un processo irreversibile”. Ma precisa: “non si può far gravare sulla Bce, di fatto l’unica istituzione europea veramente federale, la responsabilità di far fronte alla crisi con il solo strumento della politica monetaria. Occorre costruire in fretta un vero governo europeo dell’economia, occorre quanto meno stabilire un coordinamento delle politiche fiscali”. E attuare scelte “coraggiose, immediate che rientrano tutte a pieno titolo nel campo della politica, intesa nel suo significato letterale e più nobile”.

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