La sinistra italiana di ritorno da Atene

Pubblicato il 7 Luglio 2015 alle 13:29 Autore: Giuseppe Spadaro
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“Dopo il no al referendum greco finalmente l’Europa dovrebbe farsi carico del problema sistemico che abbiamo nell’Eurozona. La Grecia aveva problemi seri sia prima di entrare nell’euro sia prima della crisi del 2008-2009 e la cura che è stata somministrata al Paese, che è poi la cura che viene somministrata a tutti, non fa altro che aggravare la malattia”. Lo afferma l’ex deputato del Pd Stefano Fassina in un’intervista alla Stampa, sottolineando che dopo l’esito del referendum Atene è più forte “perché si dimostra che la posizione della Grecia non è quella di un governo capriccioso ed irresponsabile come è stato descritto da più parti, ma dell’intero popolo greco”.

Fassina “Ad Atene e in Grecia clima sobrio”

“Il voto di domenica non è il voto di chi non vuole bere l’amaro calice, ma è un voto di chi la catastrofe l’ha già subita a causa dei primi due memorandum che sono stati loro imposti. Cosa che, tra l’altro, ha reso nulle tutte le previsioni di una nuova catastrofe in caso di vittoria dei no”. Ora però i problemi non sono risolti: “nonostante la netta affermazione del no c’era un clima molto sobrio. Sono tutti consapevoli del fatto che non basta questo voto a risolvere i loro problemi. Il punto, però, che non si è ancora compreso è legato al contenuto dell’ultimo memorandum. Per capirci meglio: se lo rapportiamo al nostro Pil è come se a noi avessero chiesto di effettuare una manovra da 70 miliardi in 12 mesi e di tagliarne 9 alle pensioni in 6 mesi. Roba da far sprofondare ancora di più il Paese. Era oggettivamente insostenibile: l’unico obiettivo era quello di affondare Tsipras”.

D’Attorre: “Merkel difende suo Paese”

“La Merkel difende il suo Paese, il proprio elettorato, Renzi non si capisce cosa difenda. Porta avanti una linea miope, contraria agli interessi dell’Italia”. Così, intervistato da Repubblica, il deputato del Pd Alfredo D’Attorre volato ad Atene in occasione del referendum greco. “Renzi doveva porsi dalla parte del cambiamento, e invece ancora una volta, dopo Jobs Act e scuola, ha collocato il Pd dalla parte sbagliata. Spero che smentisca Serracchiani, secondo la quale i soldi per il referendum sono buttati via. Una posizione imbarazzante per la concezione della democrazia che esprime”.

“Non sono andato ad Atene per costruire un’altra maggioranza di governo, ma per affermare l’idea che c’è un Pd non d’accordo su questo appiattimento totale sulla Merkel”. “Finchè vedo uno spiraglio rimango per battermi contro lo snaturamento definitivo del Pd”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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