Prefetto Gabrielli: Marino estraneo a Mafia Capitale, ma è stato debole

Pubblicato il 10 Luglio 2015 alle 13:18 Autore: Daniele Errera
elezioni comunali Roma prefetto gabrielli con mani sul viso e affianco marino con fascia tricolore

Una situazione delicatissima quella presso il Comune di Roma. L’inchiesta “Mondo di Mezzo” (Mafia Capitale, giornalisticamente parlando) sta abbattendo le ultime certezze. Marino resta saldamente alla leadership della Giunta grazie all’estraneità ai fatti di corruzione, ma ad attaccarlo (parzialmente) è il prefetto Gabrielli nella sua relazione.

Marino personalmente non c’entra. Questo è un dato di fatto, secondo Gabrielli. Non c’entra, ma “è stato debole”. Una sentenza politica, non giudiziaria. Tanto basta per non permettere quello scioglimento per mafia del Comune di Roma Capitale, tanto auspicato dai membro del Movimento 5 Stelle capitolino. Gabrielli spiega la fattispecie dello scioglimento: “Il collegio ritiene opportuno rammentare, sulla scorta della giurisprudenza amministrativa, che l’articolo 143 del Testo Unico delle leggi sugli Enti Locali, subordina lo scioglimento all’esistenza di una condizione di infiltrazione criminale sull’Ente Locale nel suo complesso. Tale situazione può dunque sussistere anche quando la curvatura degli interessi della delinquenza mafiosa, non coinvolga tutti o la gran parte degli amministratori o anche quando gli amministratori non si siano rivelati in grado di opporsi efficacemente”.

Giunta Marino: “segnali di discontinuità”

Una situazione che si è verificata eccome negli ultimi tempi (“Il condizionamento si è realizzato secondo schemi e copioni non intaccati dal cambio di amministrazione determinato dalla Giunta ed avrebbe portato non solo a determinare l’esito delle procedure di appalto, ma anche ad orientare le scelte dei vertici di società partecipate da Roma Capitale”), tuttavia “va evidenziato come la Giunta Marino abbia dato alcuni precisi e non trascurabili segnali di discontinuità”.

ignazio marino mafia capitale

Insomma, ci sono sole alcune mele marce, non è una situazione generica della Giunta e del Consiglio comunale. Tuttavia queste mele marce pesano sull’amministrazione odierna, a guida centrosinistra: “il sodalizio mafioso Buzzi-Carminati dimostra la capacità di adeguarsi al nuovo contesto politico nel momento in cui subentra la Giunta Marino, riuscendo in breve a ottenere significativi vantaggi”.

“Si è pertanto dell’avviso che, allo stato, le evidenze raccolte non consentano l’applicazione della misura dello scioglimento dell’organo dell’Ente Locale”. Un parere giudiziario che parzialmente salva il sindaco e il suo governo cittadino, ma che politicamente pesa come un macigno.

 

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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