Il referendum cambia riforme, Civati: “Entro settembre la raccolta firme”

Pubblicato il 13 Luglio 2015 alle 17:37 Autore: Redazione
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Sistema elettorale, scuola, trivellazioni e lavoro. Sono questi i temi del referendum proposto da Pippo Civati, fuoriuscito dem e fondatore del movimento ‘Possibile’, con una raccolta firme già avviata e che dovrà concludersi entro il 30 settembre.

Questa settimana, annuncia sul suo blog l’ex pd, saranno presentati alla Corte di Cassazione i quesiti che verranno posti, previa raccolta di 500 mila sottoscrizioni, al vaglio della consultazione popolare. Se i termini verranno rispettati entro il 2016 ci sarà il voto.

“Sono quesiti che abbiamo elaborato con le nostre forze e il contributo di alcuni esperti – scrivono Civati e il costituzionalista Andrea Pertici su possibile.com – sempre con un lavoro artigiano e volontario, ma anche attento e generoso. Li mettiamo a disposizione di tutti, per una valutazione di merito, pronti ad accogliere i suggerimenti e le osservazioni che verranno”.

Ecco i contenuti dei singoli quesiti referendari.

Sulla riforma elettorale Civati e i suoi chiedono una introduzione del sistema maggioritario che giudicano “la più coerente con una scelta di governo da parte dei cittadini”.

Attenzione puntata anche alle grandi opere e alle trivellazioni, quest’ultime “rinvigorite” dallo Sblocca-Italia. “Su questo tema – spiegano su possibile.com – abbiamo elaborato con la collaborazione di Green Italia e di alcuni esperti, tre quesiti (su uno dei quali c’è anche piena convergenza con l’iniziativa delle Regioni), a conferma che per noi l’ambiente è la chiave per una riconversione ecologica dell’economia e quindi per lo sviluppo”.

civati possibile

Altro nodo di Gordio è il Jobs act “che contiene regole addirittura in contrasto con il programma con cui lo stesso PD si è presentato alle elezioni” scrivono Civati e Pertici aggiungendo che: “Non c’era certo bisogno – tanto più dopo gli interventi della Fornero – di indebolire ancora la tutela dei lavoratori dai licenziamenti illegittimi. Né era pensabile che si arrivasse a poter stabilire il demansionamento dei lavoratori per mere esigenze di riorganizzazione aziendale”.

Ultimo quesito é quello dedicato alla riforma della scuola. Un istituzione alla mercé della guida del dirigente secondo i promotori del referendum che parlano di “ una ‘scuola del preside-manager” e criticano i provvedimenti scritti “con un occhio (o anche tutti e due) di riguardo per le scuole dei quartieri alti”.

Stretta sui tempi per la raccolta firme.

“Se entro il 30 settembre le firme necessarie non fossero raccolte – avvertono i promotori dell’iniziativa sul blog – il referendum sarebbe a forte rischio” anche considerata l’ipotesi di una fine anticipata della legislatura.

Di qui l’appello al coinvolgimento di “quei cittadini che noi vogliamo si pronuncino direttamente su questioni mai sottoposte loro, in nessun programma elettorale”.

Marianna D’Alessio

L'autore: Redazione

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