Sondaggio M5S (Demos): l’elettorato M5S è trasversale e interclassista (13/07)

Pubblicato il 13 Luglio 2015 alle 22:35 Autore: Umberto Zimarri
Sondaggio M5S: la tabella mostra le intenzioni di voto per categorie socio-economiche degli elettori 5 Stelle

Sondaggio M5S: i Cinque Stelle guadagnano 5 punti rispetto a Giugno 2015

Puntuale, precisa e approfondita come sempre l’analisi di Ilvo Diamanti pubblicata quest’oggi (13 Luglio) su Repubblica. Il sondaggio Demos odierno si occupa del Movimento Cinque Stelle descrivendo l’elettorato pentastellato, chiarendo come lo stesso si colloca sulla suddivisione destra/sinistra e analizzando cosa ne pensa delle alleanze, da sempre argomento caldissimo e scottante tra i “Grillini”.

Le principali caratteristiche che il sondaggista evidenzia sono la trasversalità e l’interclassimo di questo elettorato: Il M5s, quindi, appare un vero “partito pigliatutti” (per citare la nota formula di Otto Kircheimer, nella versione di Arturo Parisi). Per questa ragione, è costantemente in bilico fra diverse scelte, diverse opzioni. Politiche e di valore. Populista e popolare, a seconda dei casi – e delle convenienze. Intransigente e tollerante, al tempo stesso, verso gli immigrati. Ma anche verso i diritti dei gay. Ostile verso la UE e l’euro. Comunque, contrario ai privilegi dell’impiego pubblico. Deciso a “spianare” i campi Rom. E, invece, favorevole al reddito di cittadinanza. Quindi, ad allargare il Welfare. Insomma, la proposta politica del M5s presenta una miscela di elementi diversi. E contrastanti.  

Queste righe riescono a riassumere la forza, il potenziale ma anche le fragilità e i problemi di questo non-partito costretto, a volte, proprio a causa di queste caratteristiche, a cambiare idee e strategie per non perdere pezzi di elettorato.

Sicuramente anche la rilevazione attuale testimonia l’ottimo momento per il partito di Beppe Grillo: rispetto a Giugno scorso guadagna il 5,0% e si attesta, secondo Demos, al 26% toccando addirittura il 38,4 % tra gli imprenditori e i lavoratori autonomi e il 38,2% tra gli studenti. Il Movimento vola anche tra gli impiegati, gli insegnati, i tecnici e funzionari attestandosi al 36,6% e tra gli operai al 34,0%. Per Di Maio, Di Battista e compagnia le cose vanno, invece, malissimo tra i pensionati (8,8%) e le casalinghe (18,2%).

 

Sondaggio M5S: la tabella mostra le intenzioni di voto per categorie socio-economiche degli elettori 5 Stelle

Sondaggio M5S: un elettore su tre si dichiara di sinistra/centro-sinistra

Uno dei mantra del Movimento è sicuramente il rifiuto di accettare il dualismo destra/sinistra ma come si collocano gli elettori “grillini” su questa decisione? La fetta maggiore, pari al 35%, accetta il superamento delle categorie politiche e si dichiara esterna a queste, mentre un elettore su tre si dichiara di sinistra/centro-sinistra ma allo stesso tempo il 21% afferma di essere di destra/centro-Destra. A livello partitico si evidenzia una certa contiguità, anche se può sembrare paradossale, sia con la Lega di Salvini, antipolitica e di Destra,  sia con la sinistra radicale e  Sel.

Sondaggio M5S: gli elettori del Movimento sono per il 35% esterni al concetto destra/sinistra

L’ultimo grafico si occupa di un altro argomento tabù: le alleanze. Il 38% degli intervistati crede sia giusto cercare intese ma solo su specifici provvedimenti,  il 28% sostiene che non si debbano cercare intese con nessuno mentre il 28% crede sia il caso di formare alleanze, anche a livello nazionale, per iniziare a governare il Paese.

 

Sondaggio M5S: il grafico mostra come gli elettori Cinque Stelle sono favorevoli ad intese ma non accordi

In chiusura è bene sottolineare l’ardito ma interessante parallelo con cui Diamanti descrive e analizza il Movimento Cinque Stelle: una Contro-Democrazia Cristiana dei nostri tempi. La CDC. Anche se, va chiarito subito, il M5s non può dirsi “cristiano”. Perché è laico, privo di connotazioni confessionali… 

La CDC – senza la C. impegnata a sorvegliare assai più che a governare. Contrassegna la nostra democrazia ibrida. Affollata di post-partiti, guidati da post-leader post-ideologici. Faticosamente intenti a personalizzare una politica senza personalità. In questo tempo senza politica.

 

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