Caso Tutino, Crocetta e il giallo della telefonata

Pubblicato il 16 Luglio 2015 alle 13:45 Autore: Felice Tommasino
Lucia Borsellino e Rosario Crocetta

È giallo sull’intercettazione choc svelata dalle pagine dell’Espresso con protagonisti il governatore della Sicilia Rosario Crocetta ed il primario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo. Le parole, quelle pronunciate dal medico chirurgo Matteo Tutino (“Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre”), rievocano una delle pagine più buie della storia d’Italia datata 19 luglio 1992: l’assassinio del giudice Paolo Borsellino ad opera di Cosa nostra.

Ma per il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi “agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino”.

“È vero che la Procura smentisce? Oggi mi hanno ammazzato” ha singhiozzato al telefono Rosario Crocetta all’Ansa. Piange. Singhiozza. “Perchè… perchè”, ripete. “Ma quanto è potente questa mafia che mi vuole fare fuori?”, continua. “Avrei potuto anche farla finita oggi”.

Ma l’Espresso, in una nota, “ribadisce quanto pubblicato. La conversazione intercettata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino risale al 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo”.

Tutino: “Va fermata, fatta fuori. Come suo padre”

Tutino, parlando a telefono con Crocetta dell’assessore Lucia Borsellino : “Va fermata, fatta fuori. Come suo padre”. Parole che nel governatore siciliano non sembrano aver fatto scattare alcuna reazione. “Parole schifose che offendono la dignità di Lucia Borsellino, la memoria di Paolo, la Sicilia e l’Italia intera. Un abbraccio a tutta la famiglia Borsellino” ha affermato il presidente del Senato, Pietro Grasso. L’avvocato Daniele Livreri, difensore di Matteo Tutino, smentisce: “Il mio assistito, con il quale ho parlato, nega nel modo più assoluto di avere mai pronunciato quella frase su Lucia Borsellino”.

Il medico Tutino e Rosario Crocetta

Il medico chirurgo è ora agli arresti

Il 29 giugno Matteo Tutino è stato arrestato con l’accusa di falso, abuso d’ufficio, truffa e peculato. Il rapporto stretto tra il chirurgo ed il governatore Crocetta è testimoniato anche da un’altra intercettazione nella quale Tutino lo avvertiva del suo imminente arresto.

La Borsellino: “Non posso che sentirmi offesa”

E se la reazione di Crocetta non è andata oltre il consiglio di rivolgersi ad un buon avvocato, quella della diretta interessata, Lucia Borsellino (che ha ricevuto la solidarietà del ministro dell’Interno, Angelino Alfano e del presidente Mattarella) è stata assai più dura: dimissioni immediate dalla giunta per scelta etica. L’ormai ex assessore alla Sanità dichiara: “Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro”.

Lucia Borsellino ex assessore Sanità regione Sicilia

Non solo le dimissioni. Nessun componente della famiglia Borsellino parteciperà alla cerimonia commemorativa della strage di via D’Amelio.

Crocetta si autosospende

L’assenza di reazione telefonica di Crocetta si tramuta ai microfoni dell’Ansa: “Voglio essere sentito dai magistrati su questa storia della frase di Tutino, farò una richiesta formale. Quello che mi sta accadendo oggi è la cosa più terribile della mia vita”. Poi aggiunge. “Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione”.

Il governo preme per le dimissioni

Parole che non attenuano la reazione dell’opinione pubblica. Dal mondo social arriva anche la reazione del direttore del Tg La7 Enrico Mentana: “Io credo che Rosario Crocetta si dovrebbe dimettere e subito”. Da Roma arriva la sfiducia del governo per bocca del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, braccio destro di Renzi in Sicilia. “Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile. #Sicilia” scrive su Twitter. Duro il commento del vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini. “Le parole ma anche i silenzi che emergono dalle intercettazioni e che coinvolgono la sua persona e un martire della Repubblica come Paolo Borsellino sono gravi, inaccettabili e provocano ribrezzo. Chiarisca, anche se il tutto appare purtroppo abbastanza chiaro”.

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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