Caso Crocetta: indagati i giornalisti dell’Espresso

Pubblicato il 28 Luglio 2015 alle 10:45 Autore: Ludovico Martocchia
governatore della regione sicilia rosario crocetta

La rilevanza del caso del governatore Crocetta, della sua intercettazione telefonica con il primario Tutino e la gestione della sanità siciliana, non ha strascichi solamente politici. Ora, ad andarci di mezzo, è anche il giornalismo e la giustizia. Piero Messina e Maurizio Zoppi, giornalisti dell’Espresso, sono stati scritti al registro degli indagati dalla Procura di Palermo, entrambi accusati di aver diffuso notizie false. La telefonata in questione che sta facendo discutere da settimane, riporta il dialogo tra il presidente della regione Sicilia e Matteo Tutini. In molti, come il procuratore Lo Voi, hanno dichiarato che l’intercettazione non esisterebbe.

Le accuse, calunnia e pubblicazione di notizie false

Messina e Zoppi sono indagati per pubblicazione di notizie false, nell’ormai famoso numero della rivista settimanale che riportava la frase incriminata di Tutino e il silenzio seguente di Crocetta. Il primo è accusato anche di calunnia, un reato più grave. Questo perché avrebbe indicato una fonte della notizia – un investigatore – che poi avrebbe negato di avergli mai riferito alcuna insinuazione. Entrambi, in presenza dell’avvocato Fabio Bognanni, sentiti dai pm, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I due dovranno rispondere anche all’Ordine dei giornalisti della Sicilia, a cui dovranno dei chiarimenti.

da sinistra borsellino tutino e crocetta

Lo scenario, quindi, si complica. In un certo senso quest’ultimo è un punto a favore di Crocetta, la cui testa è chiesta da molte parti politiche. Suonano ancora più forti le sue parole: “Non mi dimetto, sono un combattente e un combattente muore sul campo”. Ma se l’intercettazione veramente non esiste, e soprattutto non salta fuori, la posizione del governatore si rafforza. Infatti, oltre a Lo Voi, avrebbero smentito l’esistenza della telefonata praticamente tutte le procure dell’Isola, come quella di Catania, Messina e Caltanissetta. L’Espresso, però, continua a difendere i suoi cronisti, in prima linea sulle pagine dell’ultimo numero uscito venerdì scorso. Il direttore Luigi Vicinanza e tutto il giornale, scrivono che “quella conversazione ha rotto il silenzio ipocrita”, dedicando la rivista a Lucia Borsellino “aggredita dalle parole dei detrattori e accantonata nel silenzio dell’indifferenza”

L'autore: Ludovico Martocchia

Nato e cresciuto nella periferia romana. Ha frequentato il Liceo Scientifico Francesco D'Assisi, ora studia Scienze Politiche alla Luiss. Da sempre appassionato di politica, scrive anche su Europinione.it. Ma prima di ogni cosa, libero pensatore.
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