Due stereotipi da sfatare su Wolfgang Schauble

Pubblicato il 28 Luglio 2015 alle 16:28 Autore: Livio Ricciardelli

Ha fatto molto discutere l’opinione pubblica la notizia secondo cui sarebbe stata istituita a livello comunitario una specifica commissione (presieduta dall’ex presidente del consiglio italiano Mario Monti) tesa a favorire la nascita di una politica economica e di bilancio dell’Unione Europea.

I problemi di questi anni, legati alla crisi dei debiti sovrani a seguito del contagio dei subrime Usa, ci hanno mostrato un continente europeo meno capace di rispondere alla crisi, rispetto ad altre realtà geopolitiche, a causa della mancanza di strumenti politici adeguati. Da qui il ruolo di “supplenza” alla politica da parte della Bce di Mario Draghi, essendo il versante monetario l’unico ambito in cui la maggior parte dei paesi dell’Ue ha deciso di assegnare le competenze dei rispettivi stati nazionali (l’euro non è altro che questo).

Di conseguenza l’iniziativa europea di fornirsi di maggiori competenze di tipo comunitario nei vari ambiti (dalla politica estera all’economia) non può che essere vista con favore da parte di qualsiasi convinto europeista.

Ha fatto però riflettere la disattenta opinione pubblica il fatto che uno degli animatori di questa commissione sull’economia dell’Ue sia il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble.

Negli ultimi tempi i giornali e i settimanali nostrani (in primis l’Espresso) hanno dedicato paginate a quello che in realtà è da almeno 30 anni uno dei principali esponenti della politica tedesca. E’ stato dunque dipinto (ribadisco: negli ultimi giorni, non da quando è entrato in Parlamento alle legislative del ’72) come il falco ultra-rigorista, l’impersonificazione massima dello spirito di potenza teutonico e come il terribile ricco desideroso di tartassare il povero contribuente ellenico.

Si tratta ovviamente di una generalizzazione che non tiene conto ne’ di aspetti di tipo strutturale, ne’ della tattica politica legata a questa fase di politica tedesca. Del resto, gran parte dei giornali nostrani, non si occupano di politica.

schaeuble euro

Partiamo dall’aspetto tattico: Schauble è uno dei perni dei governi Merkel dal 2005, quando era all’interno del governo di grande coalizione con la Spd, ad oggi. Ma è anche vero che Schauble se oggi non è cancelliere federale…è anche a causa di Angela Merkel! A seguito della sconfitta elettorale della Cdu alle politiche del ’98, Schauble divenne leader del centrodestra al posto di tale Helmuth Kohl. Nel 2000, a causa di alcuni scandali legati ai fondi neri indirizzati al partito, dovette lasciare il posto ad una 46enne dell’est. Angela Merkel. Ovvio che l’attuale cancelliera abbia fatto di tutto per favorire un siffatto cambio della guardia. Del resto Angela Merkel non è nuova ad iniziativa politiche “machiavelliche” di questo tipo: nel 2002, pur essendo lei la leader del centrodestra, fece correre contro il cancelliere Schroeder l’esponente della Csu bavarese Edmund Stoiber. Presumibilmente temeva la sconfitta, propose dunque una soluzione ardita (la Germania non ha mai avuto un cancelliere bavarese) che successivamente fu accantonata in nome dell’ordinarietà (meglio candidare leader nazionali. Quindi, la Merkel stessa).

In una fase in cui Angela Merkel è impegnata a fare il muso duro contro la Grecia e le cicale del sud per accontentare l’elettorato tedesco (salvo poi rimangiarsi alcuni toni bellicisti nei vertici Ue) Schauble tenta uno scavalcamento in grado di renderlo un interlocutore dei tedeschi duri e puri. Che non sopportano l’indebitamento del sud Europa.

Al tempo stesso Schauble è ben più europeista, e anche meno di destra, della Merkel per motivi di tipo strutturale. La dinamica europea di questi anni (escludendo tutte le varianti economiche austerità vs sviluppo) si basano su un tipo di dicotomia: approccio comunitario vs approccio intergovernativo. Al netto delle differenze tra destra e sinistra, sono molto spesso aspetti geografici a far pendere la bilancia verso l’uno o l’altro polo. Per fare un esempio, i paesi dell’Europa orientale rispetto a quelli occidentale si fanno promotori di un approccio più intergovernativo rispetto a quello potenzialmente federale dell’Unione. Ciò per varie ragioni, che non staremo qui ad analizzare. Ecco, Angela Merkel è un esponente politico dell’est Europa, e ha le stesse identiche caratteristiche che possono avere gran parte dei capi di stato e di governo degli ex paesi del Patto di Varsavia. Schauble ha invece un background del tutto diverso: viene dall’ovest, dalla terra di Adenauer e soprattutto era il delfino di quel Kohl che in nome dell’unità europea mise la politica comune prima di tutto. Tanto dallo stabilire la parità monetaria tra la valuta dell’ovest e di quella dell’est della Germania.

La Germania del resto si distingue per una caratteristica di base rispetto a quell’altro motore dell’integrazione europea che risponde al nome di Repubblica Francese: la Francia ha uno spirito sovranista che la spinge sempre e comunque ad un approccio intergovernativo nelle questioni europee. La Germania invece, almeno nella sua variante occidentale, ha un approccio di tipo comunitario. Ma vincolato a dei parametri economici.

In questo quadro, occorre analizzare la figura di Wolfgang Schauble.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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