Riforma pensioni, Fornero: “Si può concedere maggiore flessibilità”

Pubblicato il 30 Agosto 2015 alle 17:25 Autore: Felice Tommasino
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Elsa Fornero in lacrime al fianco dell’allora premier Mario Monti la ricordiamo tutti. E tutti ricordiamo che l’attuale riforma pensioni porta la sua firma. In quella conferenza stampa, il Governo dei tecnici chiedeva agli italiani di fare dei sacrifici. Proprio nel fare quella richiesta, l’allora ministro Fornero scoppiò in lacrime. La parola “sacrificio” non voleva saperne di uscire dalle sue labbra. Ora dalle sue labbra, escono altre parole. La Riforma pensioni Fornero può essere cambiata in favore di una maggiore flessibilità.

“Condizioni di emergenza in parte superate”

L’ex ministro del Welfare, raggiunta dall’Ansa, ha aperto ai pensionamenti anticipati. Il suo cambio di rotta è così motivato: “Le condizioni di emergenza nella quali nacque la riforma sono in parte superate”. Ma avverte: “Gli interventi devono essere molto ponderati perché l’Italia resta in una situazione difficile”.

Contributo di solidarietà e prezzo pensionamento precoce

La posizione assunta dalla Fornero ricalca quella del presidente dell’Inps Tito Boeri soprattutto per quanto riguarda l’introduzione di un contributo di solidarietà per le pensioni più alte e l’entità del prezzo da pagare per chi lascia il lavoro in anticipo: “La riduzione dell’assegno per chi vuole andare in pensione prima va calcolato secondo criteri non lontani dall’equità attuariale, vale a dire il 3-3,5% per ogni anno di anticipo rispetto all’età di vecchiaia, e magari con criteri più generosi per i lavoratori precoci e per certe categorie di lavori particolarmente faticosi”.

Elsa Fornero, ex ministro Governo Monti

“Taglio limitato al 3-3,5% annuo meno costoso di altre proposte”

Venendo ai costi della manovra, la Fornero spiega: “Un taglio limitato al 3-3,5% annuo avrebbe un onere per la finanza pubblica, ma sarebbe meno costoso delle altre proposte in campo. Come quella di Baretta e Damiano e quella sulla quota 100 tra età e contributi”. La prerogativa dell’Esecutivo è stata ribadita dal viceministro Enrico Morando: “Va bene qualsiasi soluzione, a patto che non costi nulla allo Stato”.

Damiano difende propria proposta

La proposta avanzata dal deputato Pd, Cesare Damiano, prevede l’uscita dal mondo del lavoro a 62 anni con 35 anni di contributi ed una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo fino ad un massimo dell’8%. L’ex ministro del Lavoro del Governo Prodi difende la sua proposta: “È una proposta che costa, ma non quanto ha sostenuto Boeri (il presidente dell’Inps avrebbe calcolato un costo di 10 miliardi). A nostro avviso ha sbagliato i conti”.

Cesare Damiano, deputato Pd

“Meno Cassa integrazione e meno ammortizzatori sociali”

E ancora: “Non tutti i lavoratori sceglieranno di andare in pensione a 62 anni e bisogna anche considerare i risparmi che si produrranno con meno Cassa integrazione e meno ammortizzatori sociali per gli ultra sessantenni che hanno perso il lavoro e che non trovano un reimpiego”. Secondo i calcoli di Damiano, inoltre, “molti esodati non ancora tutelati potrebbero optare per questa normativa”.

La Fornero sarebbe invece contraria alla proposta di calcolare l’assegno dei pensionati precoci esclusivamente con il metodo contributivo: risulterebbe eccessivamente oneroso per il lavoratore.

Damiano attende proposta Governo

Damiano, presidente della Commissione Lavoro, accoglie positivamente il cambio di rotta della Fornero: “Anche lei adesso sostiene che la sua riforma si può correggere. E, visto che Renzi e Poletti sono d’accordo che si introduca un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale, ora aspettiamo la proposta del governo”.

 

 

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
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