Cannabis legale, quali veri guadagni per lo Stato?

Pubblicato il 29 Ottobre 2015 alle 08:00 Autore: Gianni Balduzzi
cannabis legale, foglia di marijuana da cui escono dollari

E’ già arrivata in Uruguay,  rigorosamente sottoposta a monopolio statale, visto il colore politico del governo, uno dei più a sinistra della storia del Paese.

Non solo, con un’ottica totalmente più liberale la legalizzazione della marijuana è giunta, in tempi diversi, negli Stati più libertari degli USA, anche se l’esempio più noto è quello del Colorado, dove è approdata tra le speranze non solo degli “appassionati”, ma anche di molti businessmen e dello Stato, che sperava così di incrementare le entrate pubbliche

Cannabis legale, che gettito dove si vende liberamente?

Il Colorado è stato il primo stato americano a legalizzare la cannabis, seguito dallo Stato di Washington e dall’Oregon.

Ed è dallo Stato di Denver che arrivano i primi dati economici sul gettito ottenuto, che ha toccato nel 2014 i 60 milioni di dollari, circa 54,5 milioni di euro, con stime per il 2015 di 75 milioni di dollari.

Secondo stime più recenti di Della Vedova, sottosegretario da sempre impegnato nella legalizzazione, il 2014 si è chiuso con un gettito inferiore, di 44 milioni, ma il 2015 ha visto i primi 7 mesi raggiungere già i 73 milioni, con previsioni di 125 milioni a fine anno

Il PIL del Colorado è di circa 270 miliardi di euro.

E’ quindi poco, o tanto? Nel frattempo si deve considerare che lo Stato dovrà restituire 30 milioni di dollari ai cittadini, visto che l’introito della cannabis legale in due anni, se sarà tale (quindi di 60+75 milioni) sarà superiore alle stime del governo dello Stato stesso, che deve per legge restituire il surplus di incasso.

Sembrerebbe quindi un trionfo della legalizzazioni, ma non erano forse troppo prudenziali le stime iniziali?

Dipende appunto dalle previsioni e dalle assunzioni di base che si fanno.

68 milioni di euro (ovvero 75 milioni di dollari del 2015) di gettito su 270 miliardi di PIL corrisponderebbero a meno di 500 milioni di gettito per l’Italia, considerando che il nostro PIL è di circa 1953 miliardi di euro.

Si rimarrebbe comunque abbondantemente sotto il miliardo anche con le ultime stime di 125 milioni di dollari

cannabis legale, cartello stradale verde con scritto Welcome to Colorado

Dopo il Colorado tuttavia la cannabis è stata legalizzata anche nello Stato di Washington, e nel primo anno il gettito della cannabis legale è stato di 70 milioni di dollari, ovvero 63,4 milioni di euro. Considerando che il PIL di questo stato è di 387 miliardi di euro, l’impatto sembra ancora minore che in Colorado.

E in effetti a differenza del Colorado, dove forse il legislatore era stato veramente prudentissimo, dalle parti di Seattle trapela un po’ di delusione, le stime statali erano al momento della legalizzazione di 125 milioni di dollari annui, senza citare le cifre, di 380 milioni, girate durante la campagna elettorale del referendum poi vinto dagli antiproibizionisti.

Le speranza sono riposte in un aumento i prossimi anni quando le rivendite si diffonderanno e tutte le contee daranno autorizzazioni alla distribuzione allo stesso modo

Cannabis legale in Italia: stime di gettito miliardario e le incognite

In Italia il dibattito è incandescente non solo tra favorevoli e contrari, ma anche tra le scuole di pensiero riguardanti il gettito diretto o indiretto di una legalizzazione della marijuana.

Secondo gli studiosi Gary Becker, Kevin Murphy e Micheal Grossman del “National Bureau of Economic Research”, in una ricerca ripresa da uno studio dell’università La Sapienza, negli anni 2000 l’azione di repressione del commercio e consumo di cannabis, tra investigazioni, denunce e processi, è costata 1 miliardo l’anno, che sarebbero così risparmiati.

Inoltre secondo David e Ofria, che ne hanno scritto su Lavoce.info, il 50% del mercato degli stupefacenti è costituito da marijuana e considerando le spese per la repressione e quella per la detenzione degli arrestati per questioni legate alla cannabis è di 1,5 miliardi l’esborso dello Stato ogni anno.

Hanno inoltre calcolato un consumo di circa 37 dosi annue da 1 grammo a un prezzo tra gli 8 e i 12 euro al grammo, e applicando una tassazione analoga a quella dei tabacchi, del 75%, e l’IVA del 10%, si raggiunge un gettito per lo Stato tra i 5 e gli 8 miliardi di euro. Con stime prudenziali il gettito della cannabis legale più il risparmio dalla mancata azione di repressione porterebbe nelle casse dello Stato tra i 5,8 e gli 8,5 miliardi.

Si tratta di cifre enormi, equivalenti quasi alla manovra degli 80 euro, per capirci.

Secondo Jeffrey Miron e Katherine Waldock, poi, si raggiungerebbero i 10 miliardi totali considerando i risparmi della mancata repressione in 2 miliardi.

Non sono tutti d’accordo però, sempre su Lavoce.info, l’economista Marcello Esposito contesta le stime di David e Ofria, sottolineando prima di tutto come una dose di marijuana sia in realtà 0,25 grammi e seguendo le statistiche ufficiali sul consumo ipotizza una quantità totale di 114 tonnellate annue in Italia, che porterebbero con prezzi tra gli 8 e i 12 euro al grammo pre-tax a una spesa tale da dare un gettito, con la tassazione, di 0,75-1,1 miliardi di euro, quindi molto inferiore alle precedenti stime.

E’ stato obiettato che il solo sequestro annuo tocca le 146 tonnellate e il consumo reale quindi deve essere n volte questa cifra, senza contare i grammi di cannabis che devono fare parte di una dose, 1 grammo o 0,25 o una via di mezzo.

L’obiezione principale di Esposito però riguarda il prezzo: difficilmente consumatori abituali, che sono la maggioranza e che hanno già una consuetudine con i propri pusher e i loro prezzi, accetterebbero un prezzo maggiorato dalle tasse, fino a raggiungere i 15-20 euro al grammo.

Di qui deriverebbe la prosecuzione del mercato nero, evidentemente più conveniente, e del resto già molto affermato e radicato in Italia, grazie alle mafie, molto meno presenti in Colorado o nella West Coast.

Tutto ciò porta Esposito ad abbassare il gettito reale per lo Stato della cannabis legale a 350-450 milioni annui, ovvero quello relativo soprattutto alla domanda dei consumatori occasionali, che danno maggiore importanza al fattore rischio e sono quindi disposti a spendere di più

Circa la metà di quello del Colorado, e 20 volte inferiore a quello delle stime italiane più ottimiste.

Questa discrepanza rende bene l’idea di quanto il dibattito sia ancora, come si dice, in alto mare e una riforma sia ancora lontanissima probabilmente. Se non altro si comincia a parlare di questi temi non solo dal punto di vista medico ed etico, diremmo quasi ideologico, ma anche economico, cosa che si attendeva da tempo