Ecco perché (anche) D’Attorre e altri due deputati vogliono abbandonare il Partito Democratico

Pubblicato il 4 Novembre 2015 alle 09:55 Autore: Giuseppe Spadaro
d'attorre, partito democratico, pd, renzi, bersani, il deputato alfredo d'attorre in piedi alla camera mentre parla con bersani che è seduto

“Il Partito democratico ha subito un riposizionamento completo e una mutazione genetica. È una forza centrista che finisce per guardare più volentieri verso settori della destra che a sinistra ed è illusorio pensare che sarà soltanto una parentesi”. In sintesi è questa la motivazione con la quale Alfredo D’Attorre, espressione della minoranza Pd e vicino all’ex segretario Pierluigi Bersani si accinge a dare l’addio ai democratici.

Nell’intervista a Repubblica D’Attorre motiva sul piano politico il suo abbandono e parla del prossimo futuro. Con gli altri che hanno abbandonato il Partito Democratico, con Sel e Landini si unirà all’esperienza della nascita di un nuovo soggetto di sinistra. “Non sarà una Cosa rossa, non sarà un soggetto della sinistra minoritaria e antagonista. Vogliamo creare un partito di governo, largo e plurale, con le radici nell’esperienza di centrosinistra, ulivista, aperto al cattolicesimo democratico e sociale”. “Il bacino potenziale del nuovo soggetto di sinistra – secondo D’Attorre – è intorno al 15 per cento”.

Partito Democratico: D’Attorre su possibili addii di Speranza e Cuperlo

Su eventuali arrivi di nomi forti come quelli di Roberto Speranza e Gianni Cuperlo “per il momento prevale il senso di responsabilità, ma non so quanto potrà durare, specie all’approssimarsi di appuntamenti elettorali in cui la divaricazione tra partito della Nazione e sinistra rischia di diventare totale”.

partito democratico, d'attorre, renzi, il deputato vicino a bersani nella sala delle conferenza stampa della camera dei deputati

Quanto alla possibilità di uno scontro tra le due sinistre alle amministrative, “dove c’è la possibilità di aprire un confronto noi ci saremo, dove si realizzerà il partito della Nazione la sinistra esprimerà un candidato alternativo”. Ma al ballottaggio si voterà il candidato Pd? “Gli elettori di sinistra non voteranno i candidati della destra, molti potrebbero essere attratti dai 5 stelle”.

Con D’Attorre anche Galli e Folino

Non dovrebbe essere l’unico il deputato D’Attorre a lasciare il Pd. Da quanto si dice sarebbero tre (lui compreso) i deputati pronti a dare l’addio al gruppo Pd. La decisione di Alfredo D’Attorre, Carlo Galli e Vincenzo Folino sarebbe già maturata e potrebbe essere annunciata in una conferenza stampa già domani.

Renzi: “Non seguo logica Pci ‘mai nemici a sinistra’”

“Corradino Mineo? Un anno fa annunciò le dimissioni da senatore dopo aver offeso in modo squallido i bambini autistici. Disse: ho sbagliato, me ne vado. È sempre lì, a spiegare come va il mondo. Al massimo si dimette dal Pd, ma la poltrona non la lascia, per carità. Chi va a raggiungere Landini, Camusso, Vendola, Fassina faccia pure. Io non seguo la logica del vecchio Pci: mai nemici a sinistra. Se si vuole militare in una sinistra di testimonianza, d’accordo. Ma, con questa sinistra, certo non si può governare. Guardi dove stanno andando tanti socialisti europei: Robert Fico, leader socialista slovacco, ha sull’immigrazione posizioni più simili a quelle della Lega o di Orbán che alle nostre…”. Lo dice, riferisce una nota, Matteo Renzi nel libro di Bruno Vespa ‘Donne d’Italia’.

Vendola: “Renzi fa la sinistra con Alfano, Sacconi…”

Vendola parla della sinistra di Renzi con tono ironico e dichiara: “Vediamo: Renzi la sinistra la fa con Alfano, Sacconi, Verdini, Marchionne. Con la Confindustria e contro la Cgil. Con le lobby del petrolio, con J.P. Morgan contro la Costituzione, più a destra della Gelmini sulla scuola…Davvero prodigioso. Solo un consiglio a Renzi: la tua sinistra chiamala pure destra, è più onesto….”.

Partito Democratico, Bersani: “Io resto ma poi se il Pd diventa un’altra cosa…”

“Sono tutti bravissimi”. Pier Luigi Bersani parla così dei tre deputati, tutti della sua area, che oggi hanno formalizzato l’addio al Pd per dar vita a un soggetto di centrosinistra, erede dell’ulivismo. “Centrosinistra e erede dell’Ulivo. Io -dice l’ex-segretario- lavoro per la stessa cosa ma dentro il Pd. Se poi il Pd diventa un’altra cosa…”

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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