Fisco e tasse: ecco le 100 più onerose secondo la Cgia di Mestre

Pubblicato il 9 Novembre 2015 alle 13:53 Autore: Riccardo Piazza

Tasse: secondo uno studio dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Cgia di Mestre, il gettito tributario italiano, nell’anno 2014, ha toccato quota 486,6 miliardi di euro. La pressione fiscale in Italia, dati composti sui numeri relativi al Pil, sarebbe del 30,1 per cento, la terza più elevata dell’Area Euro subito dopo Finlandia e Belgio. Nel fitto sottobosco sempreverde dei balzelli nostrani fatto di addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi e ritenute, il contribuente medio italiano ha, da tempo immemore, ormai perduto la propria trebisonda. Il nuovo rapporto della Cgia di Mestre fornisce oggi un elenco completo delle 100 tasse più onerose per il portafoglio dei cittadini e delle imprese. Partiamo dalla prima categoria.

Contribuenti e balzelli: Irpef e IVA

I tributi più gravosi per le tasche dei cittadini italiani, si legge nel rapporto della Cgia, sono l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e l’Iva. Queste due tasse, prese in connubio, garantiscono al Fisco il 53,1 per cento della totalità delle entrate. Nello specifico 161 miliardi (il 33,2% del gettito) la prima, e 97 miliardi di euro (il 19,9% del prelievo totale) la seconda. C’è di più: in Italia la pressione fiscale viaggia ad alta quota da lungo tempo se confrontata con quella media del resto del Vecchio continente. Le analisi macroeconomiche basate sugli ultimi venti anni di storia erariale del nostro Paese mostrano un preoccupante aumento costante e uniforme delle entrate. Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi Cgia in merito è minuzioso: “La serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali”. Tuttavia a tale ascesa costante non sembrano corrispondere dei servizi efficienti e un tessuto statale omogeneo rispondente alle esigenze di tutte le classi sociali. Ciò genera una iniquità economica di fondo. Il prelievo fiscale per l’anno corrente non sembra, a tal proposito, dimostrarsi più tenero del passato: “Nel 2015 ciascun italiano pagherà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse, importo che sale a quasi 12 mila euro considerando anche i contributi previdenziali”, conclude caustico Zabeo.
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Imprese e produzione: Ires e Irap

Per ciò che concerne invece il mondo delle imprese e il tessuto produttivo nazionale, tra le 100 tasse individuate dalla Cgia di Mestre, le più onerose si confermano l’Imposta sul reddito delle società (Ires), per un gettito di 31 miliardi di euro, e l’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap), con un introito generato di 30,4 miliardi di euro.

Imposte sui fiammiferi ed emissioni sonore degli aeromobili

All’interno del rapporto stilato dalla Cgia di Mestre, infine, anche alcuni tributi particolarmente eccentrici e bislacchi: scopriamo dunque una originale lista di sovraimposte doganali e di confine sui sacchetti di plastica e sui fiammiferi, la tassa annuale sulla numerazione dei registri contabili, l’addizionale sui gas incondensabili e la tassa regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili.

Riccardo Piazza

L'autore: Riccardo Piazza

Nasce a Palermo nel 1987 e si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione presso l’Università del capoluogo siciliano nel 2010. Prosegue i suoi studi specialistici in Scienze filosofiche all’Università di Milano dove consegue il Diploma di laurea Magistrale nel 2013. Scrive per alcune riviste telematiche di letteratura e collabora, quale giornalista, per diverse testate d’informazione occupandosi di cronaca parlamentare, costume e società. Si dedica attivamente allo studio dell'economia e del pensiero politico contemporaneo ed è docente di storia e filosofia. Gestisce un blog: http://www.lindividuo.wordpress.com Su twitter è @Riccardo_Piazza
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