Roma Pride contro Renzi: dove sono le unioni civili promesse?

Pubblicato il 23 Maggio 2014 alle 18:47 Autore: Stefano Silvani
Il post di Roma Pride contro Matteo Renzi.

Roma Pride contro Renzi: dove sono le unioni civili promesse?

All’insediamento del Governo Renzi, molte promesse sono state fatte: una di queste è scaduta da poche ore, e chi si sta occupando di difendere i diritti LGBT in Italia organizzando il Pride del 7 Giugno a Roma non ha perso l’occasione di puntualizzarlo.

L’attivazione per le Unioni Civili è stata parte del programma elettorale di Renzi ben prima che diventasse premier: la campagna congressuale del 2012 già prevedeva con urgenza il ricorso alla civil partnership per equiparare le unioni civili al matrimonio (ma senza la possibilità di adozione, su cui lo stesso Renzi è sempre stato contrario). Anni sono passati e i toni si sono inaspriti, ma fino a Dicembre 2013 il tema delle unioni civili sembrava tenere banco e addirittura mettere a rischio il morente Governo Letta, che dovette inserire nel suo “impegno Italia” il tema delle unioni civili come priorità per i successivi sei mesi.

A Dicembre dunque (con Renzi appena diventato segretario) un decreto renziano approda in Parlamento, tentando di raggiungere un “modello tedesco” di civil partenrship che preveda “l’unione civile fra persone dello stesso sesso”, ma applichi loro “tutte le disposizioni previste per il matrimonio” (dalla reversibilità della pensione all’eredità, passando per il cognome “di famiglia”, alle parole “marito” e “moglie”). L’unica esclusione, e non è certo una mancanza di poco conto, riguarda la possibilità di adottare un bambino per una coppia di persone dello stesso sesso, ma già dal testo previsto appare chiara l’inconciliabilità con la posizione di Alfano e compagni, sul cui appoggio il Governo deve contare per ogni suo passo.

E difatti, tornando alla storia del decreto, solo poche riunioni hanno trattato l’argomento negli ultimi mesi, arrivando ad un testo unificato che continua (inspiegabilmente) a destare un vago ottimismo tra le file renziane. Eppure Renzi aveva ribadito la priorità delle Unioni Civili anche appena diventato Presidente del Consglio: i 100 giorni entro cui le Unioni Civili avrebbero dovuto essere legge sono scaduti il 22 Maggio, e pochi giorni fa RomaPride, che si occupa di organizzare l’evento del 7 Giugno nella capitale, ha tuonato con forza contro il premier, in occasione di un suo tweet sulla giornata mondiale contro l’omofobia.

Il post di Roma Pride contro Matteo Renzi.

Il post di Roma Pride contro Matteo Renzi.


Stanchi di una politica che promette in campagna elettorale e non cambia le cose appena il tema del momento passa sotto la soglia attentiva, Roma Pride ha voluto sottolineare la mancanza di passi avanti sui diritti LGBT, un tema su cui l’Italia si trova ancora una volta a dover rincorrere i Paesi Europei che sembrano sempre riuscire trovare la strada (e i compromessi tra posizioni legittimamente diverse) prima di noi. Rimane solo da chiedersi chi può farsi portavoce di un reale cambiamento in questo senso, specialmente alla viglia di un evento importante come le elezioni europee.

Sul sito di Roma Pride è possibile leggere per intero il Documento Politico della manifestazione di quest’anno http://www.romapride.it/2014/documentopolitico/ .