Renzi: “Non si vince con la paura. In Europa per renderla umana”

Pubblicato il 23 Maggio 2014 alle 23:35 Autore: Carmela Adinolfi
comizio firenze renzi

“Rispondiamo con il sorriso. Noi salveremo l’Italia anche per loro. In questo scenario ci siamo solo noi” risponde Matteo Renzi  a una cinquantina di attivisti del movimento per la casa che lo contestano, con fischi e urla, dal fondo di piazza della Signoria, a Firenze, dove è salito sul palco per il comizio conclusivo della campagna elettorale per le europee. Un appuntamento importante per l’ex sindaco di Firenze, che ha scelto di concludere il tour elettorale a casa sua, nella “roccaforte renziana”, dove a contendersi la poltrona della sala di Clemente VII per il Pd c’è il suo fedelissimo, Dario Nardella.

Parla per quasi un’ora il segretario dem senza mai nominare apertamente, se non alla fine, il leader dei cinquestelle Grillo. “Noi vogliamo talmente tanto bene a questo paese che non lo lasceremo in mano a chi lo vuole distruggere” dice Renzi, rivolgendosi ai circa diecimila, fra militanti e simpatizzanti, arrivati da tutta Italia: Empoli, Arezzo ma anche Roma e Napoli. “In questa piazza c’è la speranza, nell’altra piazza c’era il juke-box dell’odio” continua il premier, attaccando l’intervento con cui mercoledì scorso Grillo ha radunato i suoi in piazza Santissima Annunziata, sempre a Firenze. “Non si vince con minacce e paura – ha sottolineato il segretario Pd – noi andiamo in Europa a rappresentare la bellezza, non gli insulti, la cultura e non i vaffà e gli odi” ha detto, attaccando il leader pentastellato. “Quando io persi le primarie non fui cacciato da Pier Luigi Bersani con un blog, si può stare in un partito anche se non la si pensa allo stesso modo” ha urlato Renzi, con implicito riferimento al M5s. 

renzi

Non solo il M5s e lo scontro diretto con Beppe Grillo. Spazio anche per l’UE, una difesa degli 80 euro previsti dal suo esecutivo e un pensiero per il Presidente della Repubblica Napolitano. Sul ruolo dell’Italia in Europa Renzi ha precisato: “Sono stufo di andare lì e prendere lezioncine. Noi andremo in Europa per renderla umana, per riportarla alle sue origini”. “Ma vi sembra normale definire gli 80 euro mensile una mancia una mancia, un’elemosina? – ha chiesto il premier rivolgendosi ai suoi – quegli 80 euro sono l’inizio di una giustizia sociale che noi porteremo in questo paese nonostante voi” ha detto lanciando l’ultima stoccata ai “cari amici” Grillo e Berlusconi. Nel corso del comizio anche un pensiero per il Capo dello Stato, fortemente contestato nel pomeriggio durante il comizio del M5s a Piazza San Giovanni a Roma: “Da questa piazza si alza l’affetto per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano  non solo come politico ma anche come uomo – ha sottolineato Renzi – che non merita di essere oggetto di una campagna d’odio“.

“Spero che gli italiani facciano come Gino Bartali che diceva ‘è tutto sbagliato, è tutto da rifare, ma prendeva la bicicletta e andava a salvare gli ebrei” ha detto in chiusura di comizio Renzi, fra le bandiere del Pd e dei Giovani Democratici, oltre al tricolore e al vessillo dell’Europa. “Giù le mani dalle persone che rappresentano le istituzioni, sono di tutti, non rappresentano solo qualcuno” ha spiefato, rispedendo al mittente Grillo le ipotesi circa le simpatie espresse dalle forze dell’ordine per il Movimento Cinque Stelle. Nel giorno in cui ricorre il ventiduesimo anniversario della strage di Capaci, Renzi ha dedicato un pensiero a “Giovanni Falcone, alla signora Francesca e ai tre ragazzi della scorta” .”Il Pd dimostrerà che non si vince con la paura” ha poi concluso Renzi.

Carmela Adinolfi

L'autore: Carmela Adinolfi

Classe '89. Una laurea triennale in comunicazione e una specializzazione in Semiotica all'Alma Mater Studiorum. Da Salerno a Perugia, passando per Bologna. Esperta in comunicazione politica, ha approfondito l'ascesa al potere di Matteo Renzi. Interessi: dal marketing alla comunicazione politica fino alle nuove forme di giornalismo digitale. Scrive per Termometro Politico e si allena per diventare giornalista.
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