Esiste davvero una lobby gay?

Pubblicato il 8 Gennaio 2016 alle 12:27 Autore: Daniele Errera
lobby gay, silvia costa

E’ nuovamente guerra in casa Pd. Stavolta il tema è sensibile: la cosiddetta lobby gay. Cos’è non è che si capisca bene: si tratterebbe di una dirigenza LGBT che deciderebbe la direzione di molte iniziative in casa Nazareno. Ma non è solo nel partito di Renzi che questi turbamenti scuotono l’organizzazione. E’ tuttavia proprio qui che la questione è sorta.

“E secondo voi perché la lobby LGBT in Parlamento Europeo ha fatto enormi pressioni perché fosse bocciato il Paragrafo sui diritti umani che ribadiva la condanna della pratica della maternità surrogata che, ricordo, è vietata in Italia e in molti Stati membri?”, si chiede l’europarlamentare Silvia Costa attraverso un post su Facebook. Più una bomba ad orologeria che uno status il modo in cui continua. “Mi auguro che il Pd sappia promuovere il riconoscimento di diritti delle coppie omosessuali senza equipararle al matrimonio e non consentendo di fatto l’accesso alle maternità surrogate e agli uteri in affitto(vietato in Italia e in molti Paesi europei ) attraverso la cosiddetta step child adoption”. L’europarlamentare descrive un cavallo di Troia: non bisogna arrivare all’utero in affitto attraverso l’adozione del figlio del partner. Chiarissimo. Un pensiero che non fa una grinza, tanto più alla luce della storia politica della Costa. Born in Democrazia Cristiana, per poi approdare al Partito Popolare Italiano, quindi alla Margherita e infine nel Partito Democratico. Solo che il Pd è formato da realtà diversissime, a volte agli antipodi. E dentro c’è gente come Cristiana Alicata.

Silvia Costa

“Il movimento LGBT si muove come una lobby in Europa”. Parole che una come Cristiana Alicata, esponente dem della Regione Lazio, già candidata al Consiglio Regionale e noto membro della comunità LGBT, non vuole sentir dire. Ed arriva a non prometterle: “ho deciso, da semplice iscritta al Partito Democratico, che chiederò l’espulsione dal PD di tutti coloro i quali sostengono l’esistenza di una lobby gay. Posso accettare le diverse sensibilità, accettare di discutere con chi è ancora indietro su alcuni temi e ha bisogno di camminare, persino con chi è omofobo in buona fede, ma NON posso accettare che vengano usate contro di noi le stesse armi che Hitler usava contro gli ebrei ai tempi del nazismo. Domani comincerò con Silvia Costa. Potrà sembrare una richiesta “stalinista”, qualcuno dirà che voglio censurare le opinioni. No, non voglio censurare alcuna opinione, forse sono persino contraria ad una legge contro l’omofobia perché penso che serva a poco e serva più educazione nelle scuole, ma NON posso tollerare che nel partito di cui ho orgogliosamente la tessera militi gente che parla di lobby gay. IO NON faccio parte di nessuna lobby, io amo la mia compagna e voglio che la legge mi aiuti a proteggerla, amerei i figli che ancora non ho e vorrei una legge che mi aiuti a proteggerli e NON permetterò mai più che qualcuno mi offenda in mala fede. In buona fede sì. In mala fede no”. Lo scontro è totale: L’Alicata chiederà l’espulsione della Costa, lo ha annunciato sui due social network più famosi al mondo, Facebook e Twitter.

Cristiana Alicata

Lobby gay e unioni civili

Perché si surriscalda così facilmente il clima politico? Sono probabilmente le Unioni Civili, in questi giorni in discussione tra Montecitorio e Palazzo Madama, a creare un clima così surriscaldato. Tensione palpabile, c’è Nuovo Centrodestra che annuncia un probabile strappo col Partito Democratico, nuovamente chiamato alla mediazione, stavolta anche alla ricomposizione in casa propria. Addirittura Matteo Renzi e Maria Elena Boschi in persona si sarebbero impegnati per tentare di risolvere la questione. Forse si proverà una battaglia campale in aula direttamente a fine mese. La step child adoption (stracriticata dalla Cei, che la definisce “inammissibile”) è il tema centrale, specialmente dato che Alfano non vuole sentir parlare di utero in affitto: “il mercimonio più ripugnante che l’uomo abbia saputo inventare”, così l’ha definito. Ma c’è anche il tema del cosiddetto ‘affido forzato’ che tiene banco e divide sia dem che Ncd. Si preannuncia un inverno più caldo del previsto e che potrebbe addirittura incrinare la tenuta del Governo in quanto, su questi temi etici, Nuovo Centrodestra (fondamentale per il raggiungimento della maggioranza parlamentare) mai farà un passo indietro. Non considerando, ma vanno tenute più che presenti, le divisioni in casa Pd. Un partito nato con l’obiettivo di superare le grandi differenze novecentesche tra la parte più laica della Dc e la parte più di ‘destra’ del Pci, ma che difficilmente riuscirà a trovare una quadra sui temi etici.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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