Aborti Italia: i numeri, l’impatto sulla demografia e l’economia

Pubblicato il 4 Dicembre 2018 alle 16:48 Autore: Gianni Balduzzi
aborti Italia

Aborti Italia: i numeri, l’impatto sulla demografia e l’economia

Tutti probabilmente conoscono il trend degli aborti in Italia, che sono in costante calo dai primi anni dall’introduzione dell’interruzione di gravidanza, dopo il 1978, ma quali sono esattamente i numeri?

Aborti Italia, Liguria, Puglia, Umbria in testa

Non vi è stato nel 2016, l’ultimo anno disponibile, un trend geografico chiaro, in generale sono di più gli aborti al Nord Ovest, con il record in Liguria, 269,7 aborti per 1000 nati, ma subito dopo vengono Puglia e Umbria con 243,3 e 239.

I record negativi sono anch’essi distribuiti da Nord a Sud, meno aborti in provincia di Bolzano, in Calabria, in Veneto.

Se nei primi anni ’80 vi era una differenza netta tra Centro Nord e Sud, ora si va a macchia di leopardo. Con il Nord Est ai livelli minimi di ricorso all’aborto. E sotto i 150 aborti per 1000 nati vi sono anche le Marche, la Sicilia, la Basilicata, la Calabria, il Veneto.

Rispetto al 2015 c’è stato un calo, che però è stato più evidente in Lazio e in Campania, -7% e -6%, e poi in Umbria e a Bolzano. Al contrario in Molise vi è stato un picco, +24,6%

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Aborti Italia, dal 1982 annullata la differenza tra Nord e Sud

Questo trend, molto differente tra Nord e Sud, è una costante dal 1982, quando il divario era molto ampio tra Centro-Nord e Sud e Isole: si andava da 515 aborti per 1000 nati al Centro nel 1983 a 205 nelle Isole.

Ora in queste stesse aree si varia tra 199,9 e 155,4.

Il crollo al Centro e la Nord ha voluto dire più di un dimezzamento, come si osserva anche dalle classifiche per regione. Marche, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia a guidare i cali anche del 70%

Al contrario in Calabria, Campania, Sardegna il calo è stato inferiore al 20%

Sembra quasi che come accade in altri Paesi occidentali, ora sia più una questione di condizioni economiche che culturali. Se alla fine degli anni ’70 erano le aree meno conservatrici quelle in cui si abortiva maggiormente ora sono quelle in cui le condizioni delle famiglie sono più precarie, da qui il trend differente del Mezzogiorno, o comunque è un mix dei fattori. Il Nord Est, area allo stesso tempo prospera ma tradizionalista, è infatti quella meno propensa all’interruzione di gravidanza

Aborti Italia

Aborti Italia: anche senza interruzioni di gravidanza bilancio demografico negativo

Abbiamo provato a sommare il numero di aborti a quello delle nascite. E quello che emerge è che quel saldo negativo tra nati e morti che ci portiamo dietro dal 1993 e che anzi ultimamente è peggiorato sarebbe confermato anche se non ci fossero gli aborti.

Ovviamente è un’ipotesi di fantasia, in nessun Paese vi è un livello zero di aborti, neanche laddove sia vietato. E si deve considerare che più nati vorrebbe dire anche più morti, anche se limitatamente, vista la giovane età degli eventuali nuovi nati.

E’ però interessante osservare l’effetto statistico.

Il crollo delle nascite tra 2014, ultimo anno in cui le nascite senza aborti erano più delle morti, e il 2016 è stato di quai 30 mila unità. Solo una tappa del calo di 95 mila dal 2009 a oggi. Allo stesso tempo sono aumentati i morti. E così nel 2016 anche senza aborti vi sarebbero state 54 mila nascite in meno, comunque meno del gap di 142 mila che si è verificato nella realtà.

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Aborti Italia, il conto complessivo dal 1978

Quanti non sono nati dunque dal 1978 al 2016 a oggi complessivamente? si tratta di 5 milioni 815 mila persone.

E’ chiaro, è una simulazione statistica per capire il fenomeno, è difficile immaginare come gli aborti potessero essere azzerati, per azioni legali o politiche atte allo scopo.

Aborti in Italia

Di fatto se considerassimo i numeri fino al 1994 per esempio, si tratta di 3 milioni 104 mila persone che oggi avrebbero più di 24 anni, e sarebbero economicamente attive, o se vogliamo prendere chi avrebbe più di 15 anni, si tratterebbe di 4 milioni 335 mila.

Con un tasso di occupazione di circa il 50%, prudenzialmente basso, si tratterebbe di circa 2 milioni e 150 mila lavoratori, un aumento di quasi il 10% rispetto al totale attuale di quanti hanno un impiego.

Un 8-10% di contributi in più versati ogni anno per esempio.

Si parla, in questi giorni, ma è una polemica piuttosto vecchia, del contributo indispensabile degli stranieri al sistema pensionistico. Più che un argomento razziale, è demografico ed economico. Di fatto quello che manca al nostro Paese è un numero sufficiente di persone tra i 15 e i 50 anni che possano lavorare e, come si dice, pagare le pensioni ai più anziani.

Anche immaginando massicce politiche per la natalità, ne beneficeremmo tra più di 25 anni. Per questo molti riflettono su quanto avvenuto nel recente passato, sul calo di nascite che ha messo in crisi anche il sistema pensionistico. E sull’impatto che le mancate nascite hanno avuto.

Aborti Italia, considerazioni statistiche

Tra l’altro i numeri visti qui sopra sono analoghi a quelli degli stranieri presenti in Italia. Circa 5 milioni 144 persone, sommando le 944 mila persone che hanno ottenuto la cittadinanza italiana dal 2010, anche senza contare irregolari e richiedenti asilo si arriva a circa 6 milioni e 88 mila. Un numero appunto molto simile a quello degli aborti avvenuto dal 1978 a oggi, 5 milioni e 814 mila.

Vuol dire che di fatto gli immigrati arrivati hanno sostituito gli italiani non nati, o che senza aborti non ci sarebbe stato bisogno di manodopera straniera? Si tratta di una identità numerica che deve naturalmente tenere il conto della complessità della realtà.

Per esempio come sarebbe stato possibile o è possibile ora azzerare o limitare gli aborti?

Inoltre il 33% di questi è effettuato da madri straniere. Senza aborti ci sarebbero più persone di cittadinanza non italiana sia in valore assoluto che in percentuale sulla popolazione. Certo, sarebbero di seconda generazione, comunque, e quindi destinati ad avere facilmente la cittadinanza dopo i 18 anni.

In caso non vi fosse stata immigrazione tutti i nati aggiuntivi (senza aborto) sarebbero stati invece italiani. Ma sarebbero stati meno, se non un terzo in meno, almeno un 20% (l’alta percentuale di donne straniere che abortiscono è cosa recente). E di conseguenza è probabile che gli italiani in più sarebbero oggi circa 4,5 milioni, non 5,8. Non pochi in ogni caso.

Sono calcoli molto ipotetici, e chiaramente sono le ipotesi alla base, molto forti in alcuni casi, a cambiare anche di molto l’esito finale dei ragionamenti e le conclusioni.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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