Debito palestinese in crescita: bond in arrivo ma il bilancio è oscuro

Pubblicato il 13 Febbraio 2016 alle 11:01 Autore: Redazione
Mahmoud Abbas ritratto in foto con abito, camicia chiara e cravatta scura. Alle sue spalle la bandiera della Palestina

Il debito palestinese è arrivato a 1,4 miliardi di dollari: una cifra che fa tremare lo stato riconosciuto ufficialmente dall’Onu solo nel 2012. Già l’anno scorso la Northern Electric Company (NEC), una società privata fornitrice di energia elettrica in Cisgiordania tagliò l’energia elettrica alla Palestina a causa degli onerosi debiti con la Israel Electric Corporation. La paura attualmente tra i palestinesi è che lo Stato possa alzare le tasse da pagare per cercare di far rientrare il debito. Per dirla “all’europea”, temono l’austerity, ma sono già in arrivo Bond rilasciati dall’Autorità nazionale palestinese (Anp), per un totale di 200 milioni di dollari.

Il bilancio e la legge

Era solo del mese scorso l’approvazione del bilancio da parte di Mahmoud Abbas ma per essere pienamente applicabile, avrebbe dovuto  essere approvato dall’intero consiglio legislativo palestinese (PLC).

La legge palestinese in merito (n.7/1998) prevede che il gabinetto del Presidente proponga la bozza di legge al Consiglio almeno due mesi prima della fine dell’anno. Il Consiglio invia la bozza alla commissione finanza e bilancio e una volta che la si ritiene pronta per l’approvazione, a seguito delle note della Commissione, viene approvata per l’anno successivo.

Quest’anno però, qualcosa non è andato secondo i piani: “Non siamo stati chiamati alla discussione di bilancio (…)” – ha dichiarato Ahmed Attoun, parlamentare – “che deve essere approvato dal Parlamento con l’approvazione di tutti i membri e deve essere conforme alla legge palestinese”. La commissione finanza e bilancio ha addirittura detto di non sapere se fare comunque il suo lavoro e correggere la bozza di bilancio, o rimanere a casa, dichiarando di fatto il Parlamento non funzionante e poco credibile. I motivi alla base di questa irregolarità non sembrano attualmente molto chiari, ma rappresentano di certo una grossa falla nel processo di conquista di affidabilità che lo Stato palestinese affronta da anni.

I bond

Il governatore dell’autorità monetaria Jihad Khalil al-Wazir, ha annunciato l’emissione di obbligazioni. All’inizio per circa 200 milioni di dollari con scadenza triennale. Per la prima volta dopo quasi 70 anni, le obbligazioni porteranno la dicitura “Stato di Palestina”. Al momento però purtroppo è difficile trovare ulteriori informazioni a riguardo, o almeno lo sarà finché il bilancio non sarà proposto in maniera chiara.

Hama Zeidan, coordinatore della Squadra di Società Civile (Cst) ha dichiarato: “il bilancio non chiarisce in che modo il governo vuole spendere i soldi, non ci sono tabelle che spiegano la situazione economico-finanziaria, non si conoscono i debiti dell’ Autorità Nazionale, quali sono gli investimenti in compagnie locali e non”.

in foto un giovane ragazzo mentre sventola la bandiera della Palestina

Debito: passato e futuro

Il 2016 si prospetta quindi come un anno di tagli e tasse elevate. Niente di nuovo purtroppo per un paese che ormai da anni non adegua gli stipendi al costo della vita. Secondo stime della Birzeit University, il debito aumenterà di circa 390 milioni di dollari solo quest’anno dovendo quindi privatizzare settori dello Stato o aumentare il proprio debito con dei prestiti.

Nasr Abdul Kharim, economista e professore universitario ha detto: “Lo squilibrio del bilancio risale alla fondazione dell’Autorità Nazionale Palestinese nel 1994. Il 70% degli introiti deriva dal processo di sdoganamento, quindi il bilancio è in balia dei capricci e degli umori di Israele”.

Federica Albano

L'autore: Redazione

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