“Lo chiamavano Jeeg Robot”: un supereroe romano

Pubblicato il 14 Marzo 2016 alle 11:44 Autore: Sarah Colautti
Lo chiamavano Jeeg Robot titolo

Jeeg Robot: ed è subito cult

“Lo chiamavano Jeeg Robot” è senza ombra di dubbio uno dei film italiani più interessanti degli ultimi anni.

Presentato in anteprima all’ultima Festa del Cinema di Roma riscuotendo fin da subito un gran successo sia di pubblico che di critica, il primo lungometraggio dell’ex attore e ora regista Gabriele Mainetti racconta la vicenda di un ragazzo della borgata romana che, dopo un bagno accidentale nel fiume Tevere, si ritrova ad avere una forza straordinaria che lo porterà ben presto a diventare un vero e proprio supereroe. Un film a metà tra un fumetto e un film sociale, uno di quelli che raccontano le vite al limite delle borgate.

Lo chiamavano Jeeg Robot Locandina

Vite al limite

Sono proprio vite al limite quelle dei personaggi del film: il protagonista Enzo Ceccotti, che vive di espedienti e furtarelli, deciso a proteggere la fragile e innocente Alessia, convinta che il protagonista del film sia davvero Jeeg Robot d’acciaio, fino al punto di scontrarsi con l’antagonista Zingaro, che aspira alla gloria televisiva pur spadroneggiando su una gang di malviventi collusi con la camorra, ma anche

Etichettato erroneamente come “il primo supereroe italiano” (come dimenticare “Il ragazzo invisibile” di Salvatores?) il nostro Jeeg Robot è interpretato da un sempre bravo Claudio Santamaria e da un sempre magistrale Luca Marinelli, che ci regala la sua performance migliore dopo anni di performance già ottime.

Un contributo fondamentale lo offre anche Ilenia Pastorelli, che molti ricorderanno come una delle protagoniste dell’edizione numero 12 del Grande Fratello: al suo debutto come attrice, la Pastorelli si cala con naturalezza in un ruolo apparentemente facile, quello della ragazza romana che vive in un mondo tutto suo e, proprio per questo, capace di destare rispetto e stupore negli occhi dello spettatore.

Un elemento importante seppur marginale rispetto alla trama: l’uso di una colonna sonora composta per lo più da grandi pezzi pop della musica italiana, da “Non sono una signora” di Loredana Berté a brani di altri grandi dame della musica italiana come Anna Oxa, Nada e Gianna Nannini, tutte cantate dal villain Luca Marinelli con performance istrioniche che resteranno a lungo nella mente e nel cuore del pubblico.

Scena dal film Lo chiamavano Jeeg Robot con Luca Marinelli

Jeeg Roboto: perché andare a vederlo?

In conclusione, non è facile dire il perché andare a vedere “Lo chiamavano Jeeg Robot” perché i motivi sono molti. Andare a vedere questo film significa immergersi in un mondo in cui la realtà e la fantasia si mescolano più del solito, in cui il termine fantasy perde il suo valore: perché questo film parla di un supereroe, di poteri straordinari e di una fanciulla da salvare, eppure è molto di più e non basterebbe un articolo per descrivere la sensazione di gioia nel vedere un film squisitamente pop eppure tanto sofisticato.