Georgia: un Paese che vuole l’Europa

Pubblicato il 23 Marzo 2016 alle 09:43 Autore: Gabrielis Bedris
situazione Georgia Russia

Georgia: un paese che vuole l’Europa

Mentre la Russia sta incrementando in Georgia la sua “propaganda anti-occidentale”, un diplomatico della piccola ex repubblica sovietica spiega che il suo paese è straordinariamente impegnato a coordinare le sue fortune con l’Europa e l’Occidente.

Il Ministro degli Esteri georgiano Mikheil Janelidze, ha chiarito che la sua nazione, seppur sotto la perenne sfida impostale dal suo vicino gigante, non ha mai cambiato le sue aspirazioni occidentali.
“Anche se abbiamo un inquietante aumento della propaganda anti-occidentale, vediamo nella nostra popolazione un grande consolidamento per il sostegno delle nostre aspirazioni di politica estera – ha illustrato il ministro degli esteri.

Georgia: la grande speranza europea

Janelidze, che ha trascorso una settimana a Washington per sollecitare “progressi” nell’integrazione occidentale, ha riferito che il suo paese non diverrà un’exclave della Russia, che cerca continuamente di sfruttare le divisioni etniche georgiane per perseguire una politica di espropri.

La Georgia, dopo aver cambiato dieci primi ministri in altrettanti anni, sta faticando per trovare una certa stabilità politica; ma Janelidze, che ha assunto la carica di Ministro degli Esteri nel mese di gennaio, illustra che il nucleo della visione della politica estera di Tbilisi è sempre stato costante, seppur in mezzo a violente tempeste.

Georgia Tbilisi

“Entrare a far parte dell’economia europea e della società libera è l’aspirazione e il sogno del popolo georgiano, stiamo procedendo molto attivamente su questa strada – ha continuato il ministro – Stiamo facendo tutto il possibile per rendere chiari alla popolazione quali siano i vantaggi dell’integrazione europea e atlantica”.

La questione però, è se l’amministrazione Obama e l’Unione Europea sono veramente certi di voler abbracciare la Georgia. Mentre il segretario di Stato John F. Kerry – che ha incontrato Janelidze – ha promesso di visitare la Georgia questa primavera e ha commentato che i funzionari statunitensi aspirano a dare “molto sostegno alla Georgia nelle strutture euro-atlantiche”, gli analisti recitano che gli occidentali non stanno traducendo la retorica in fatti concreti. La NATO nel mese di dicembre ha nuovamente respinto la richiesta di adesione della Georgia, anche se l’Alleanza ha esteso l’invito alla più piccola nazione orientale europea: il Montenegro.

Georgia e preoccupazioni russe

Il ministro della difesa georgiano dell’epoca, Tinatin Khidasheli, aveva interpretato l’affronto subìto come un “invito aperto” al presidente russo Vladimir Putin per estendere la sua politica di bullismo nelle ex repubbliche sovietiche. La Georgia ha a lungo cercato una commessa di armi letali da Washington, come i sistemi anti-carro, ma i funzionari americani, per paura che tali trasferimenti potessero riaccendere le tensioni tra la Georgia e la Russia, già in guerra nel 2008 per questioni di confini, non hanno mai aderito a tali pretese.

Le truppe russe negli anni successivi hanno occupato le regioni georgiane dell’Ossezia del Sud e dell’Abkazia, creando un “conflitto congelato”, considerato da alcuni un banco di prova per l’annessione della penisola ucraina della Crimea. Mosca più recentemente ha rinforzato la sua presenza militare in Armenia, un’altra piccola ex repubblica sovietica che confina a sud con la Georgia.

Una nuova analisi del Comitato delle relazioni estere del Senato americano ha rilevato che la probabilità di una nuova vera e propria guerra tra la Russia e la Georgia sia “bassa”, ma che “non si può escludere un rinnovato confronto tra i due Paesi nei prossimi dodici o diciotto mesi”.

L'autore: Gabrielis Bedris

Nato a Vilnius in Lituania, ho esercitato la professione di avvocato per 25 anni, ora opero come consulente giuridico in Ucraina, Kiev. Iscritto all’ordine dei giornalisti in Ucraina, collaboro in Italia con Termometropolitico e altre riviste, scrivo giornalmente sul mio blog: bedrisga.worldpress.com
Tutti gli articoli di Gabrielis Bedris →