Dimenticate “Jurassic Park”: i dinosauri avevano un aspetto diverso

Pubblicato il 9 Aprile 2016 alle 11:19 Autore: Antonio Scafati

Per la generazione nata negli anni ’80 può essere una cosa difficile da mandar giù, ma è bene cominciare ad accettarlo: i dinosauri avevano un aspetto diverso rispetto a quelli portati sul grande schermo da Steven Spielberg con il suo Jurassic Park. Predatori come il Velociraptor e il Tirannosauro erano quasi certamente molto diversi a cominciare da un dettaglio non di poco conto: le piume.

Ci sono i fossili rinvenuti in Mongolia e in Siberia e ci sono gli studi condotti da squadre di ricercatori del Belgio, della Cina, degli Stati Uniti ad esempio: gli ultimi anni di ricerche ci stanno dicendo sempre più cose su come erano fatti davvero i dinosauri, compresi i più celebri.

I dinosauri e le piume

Insieme al Tirannosauro, è al Velociraptor che si pensa quando viene in mente Jurassic Park. Il Velociraptor del celebre film del 1993 è stato disegnato prendendo però spunto da un altro dinosauro, il Deinonychus: come ha raccontato tempo fa Michael Crichton, autore del best seller che ha ispirato Spielberg, il nome Velociraptor era molto più attraente.

Come erano fatti i dinosauri?

Il Velociraptor faceva parte della famiglia dei Dromaeosauridae. Le dimensioni erano piuttosto diverse rispetto a quelle che il cinema ci fa pensare: il Velociraptor non era infatti più grande di un tacchino. Niente a che vedere con il predatore di Jurassic Park. Non solo. Nel 2007, un team di ricercatori americani ha trovato un fossile di Velociraptor che lo ha confermato: c’erano piume sul corpo di quegli esseri viventi.

“Se animali come il Velociraptor fossero vivi, la nostra prima impressione sarebbe che assomigliano a uccelli piuttosto grossi” ha commentato alla BBC Mark Norell, dell’American Museum of Natural History.

E che dire del Tirannosauro? Anche il più famoso dei dinosauri quasi certamente non era come abbiamo imparato a conoscerlo al cinema. Il suo corpo era almeno in parte piumato? Probabile, anche se prove definitive a supporto di questa tesi fino a oggi non sono state trovate: nessun segno di piume è stato rinvenuto negli oltre 50 esemplari di Tirannosauro riportati alla luce in Nord America. Trovare tracce di piume è del resto piuttosto raro, visto che occorrono condizioni rarissime perché si fossilizzino. Ma forse è solo questione di tempo, anche perché negli ultimi anni sono arrivati sviluppi interessanti.

Nel 2012, un team di paleontologi dell’Università di Pechino ha fatto una scoperta nella provincia di Liaoning, Cina nord orientale, dove sono saltati fuori tre esemplari di Yutyrannus huali, un predatore che fa parte della famiglia del Tirannosauro. Lo Yutyrannus huali aveva le piume, come dice il nome con cui è stato battezzato traducibile in “bellissimo tiranno con le piume”. Vissuto nel Cretaceo superiore, era pesante una tonnellata e mezzo, era lungo 9 metri e il suo corpo era coperto di un piumaggio simile a quello dei pulcini.

Ma che ci facevano i dinosauri con le piume? I ricercatori ipotizzano diverse funzioni: dall’isolamento termico al mimetismo passando per il corteggiamento. Ulteriori prove a sostegno della teoria secondo la quale c’è una connessione tra dinosauri e uccelli. È possibile che le piume si siano evolute partendo dalle scaglie che ricoprivano la pelle dei più antichi rettili che hanno abitato la Terra.

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
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