Berlusconi e la vendita del Milan: un dilemma politico

Pubblicato il 3 Maggio 2016 alle 15:44 Autore: Andrea Turco

Il Milan per Silvio Berlusconi non è solo un affare di cuore. Ma anche un tesoro politico benché ridimensionato negli ultimi anni a causa delle deludenti prestazioni sportive della squadra.

Tutti ricordano gli acquisti “telecomandati” da parte dell’ex Cavaliere prima delle elezioni politiche. Gli ultimi botti furono Zlatan Ibrahimovic e Robinho nell’estate del 2010 in vista delle amministrative del 2011. E come non dimenticare la “non” vendita della stella brasiliana Kakà a ridosso delle Europee del 2009?

E adesso la situazione si ripete con Berlusconi indeciso se vendere il Milan ad una cordata di aziende cinesi oppure tenersi il giocattolo ancora quanto basta per farlo risalire e lasciarlo da vincente. Il leader di Forza Italia è diviso tra cuore e ragione. Ed è soprattutto quest’ultima a far tergiversare l’ex Cavaliere.

Berlusconi e il peso politico del tifo milanista

Per Ugo Magri (La Stampa), “se vende il Milan, Berlusconi può dire addio alla carriera politica. Mollare la società «più titolata al mondo», come la definisce lui, significherebbe perdere contatto con una bella fetta di elettorato”.

La paura dei tifosi è che si replichi quanto accaduto l’anno scorso con la telenovela Mister Bee. Anche’essa iniziata prima di una campagna elettorale importante. Tanto che la Curva Sud srotolò a San Siro un eloquente striscione: “Campagna Acquisti o Campagna Elettorale???”.

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Perché politica e calcio, quando si parla di Milan e di Berlusconi, si mischiano inesorabilmente. Secondo un sondaggio Demos&Pi del 2015, l’elettorato milanista, in larga parte, simpatizza per il centrodestra. E non è un caso che su questo tema Berlusconi sia sensibile.

Matteo Salvini, tifoso milanista da sempre, lo ha capito ed ha iniziato a colpire duro il presidente: “Brocchi come Bertolaso? Brocchi è l’ultimo ad avere delle colpe. Se c’è una società confusa alle spalle che ti manda sulla panchina a sei giornate dalla fine in una squadra che è quella è, io le colpe non le do all’allenatore ma a chi non ha più idee chiare in testa come società, e non le ha sul campo di calcio, come non le ha avute per le elezioni di Roma. E’ vero che in Italia ci sono problemi ben più importanti, ma milioni di milanisti meriterebbero almeno di non essere presi in giro. Ci dicono da anni che siamo da scudetto, che siamo da Europa e poi perdiamo con l’ultima in classifica e pareggiamo all’ultimo secondo su rigore con la penultima. E’ evidente che qualcuno in società ha sbagliato e sta sbagliando”.

Parole chiare quelle di Salvini che celano un evidente progetto politico: togliere a Berlusconi il primato elettorale sul pianeta Milan.

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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