Renzi e il veto sul prossimo commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio

Pubblicato il 25 Maggio 2016 alle 15:57 Autore: Redazione
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Renzi e il veto sul prossimo commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio

Ventura si, o Ventura no? A quanto pare, no. A dirlo è il “Fatto Quotidiano” che svela il retroscena  della frenata sulla nomina dell’ex allenatore del Torino da parte della Federazione. Le indiscrezioni raccontano di un incontro tenutosi sabato scorso a Palazzo Chigi, al quale era presente il presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Oltre ai diritti televisivi, la discussione sembra essere poi finita sul nome del futuro allenatore della Nazionale di calcio. Prima della riunione nel Palazzo della Presidenza del Consiglio, era ormai fatta per Ventura. L’esperto allenatore era pronto a sostituire Antonio Conte, destinato ad approdare al Chelsea di Abramovic dopo l’Europeo che si giocherà fra circa un mese in Francia, e a sedersi sulla panchina azzurra. Un primo indizio sull’ingerenza del premier Matteo Renzi sono le dichiarazioni dello stesso Tavecchio: avvicinato dai cronisti, il capo della Federazione, che in precedenza si era mostrato più che convinto sul nome del nuovo CT,  ha glissato le domande sull’annuncio della firma di Giampiero Ventura, limitandosi ad accennare che la scelta è tutt’altro che fatta. ventura, renzi, tavecchio

Renzi preferisce Montella

La nomina dell’ex allenatore del Torino, fino a pochi giorni fa avanti a tutti e pronta per essere definita grazie anche alla mediazione del CT campione del mondo Marcello Lippi, è ora in stand-by. Il presidente Figc parla di una rosa composta da 4 o 5 papabili tra cui scegliere, tuttavia l’improvvisa freddezza  nei confronti di Ventura   sembra essere originata dal pressing insistente da parte della Presidenza del Consiglio che punta sul giovane, dato di non poco conto per il premier, allenatore della Sampdoria, Vincenzo Montella. Pur reduce da una stagione non certo esaltante, non è un segreto la simpatia di Matteo Renzi per Montella. Un’ammirazione nata all’epoca in cui l’aeroplanino guidava la Fiorentina, la squadra del cuore del Presidente del Consiglio. Le ricostruzione del “Fatto” vengono però smentite da Palazzo Chigi. Fonti interne parlano di notizie prive di ogni fondamento. Non è la prima volta che un Presidente del Consiglio ficca il naso negli affari della Nazionale. Come dimenticare le bordate dell’allora primo ministro Silvio Berlusconi indirizzate a Dino Zoff, dopo la sconfitta subita in finale ad Euro 2000 dalla Francia di Zidane. L’accusa fu la mancata marcatura a uomo del dieci francese. La conseguenza: l’annuncio delle dimissioni di Zoff. Andrea Ficchì

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