Marò al 2 giugno, la Meloni lo vuole ma Renzi dice no: “Stia con la sua famiglia”

Pubblicato il 29 Maggio 2016 alle 16:04 Autore: Piotr Zygulski
I due fucilieri di Marina Latorre e Girone

Nel pomeriggio di ieri, sabato 28 maggio 2016, ha fatto ritorno in Italia il secondo dei “due marò”, Salvatore Girone. Oltre alla famiglia del fuciliere, ad accogliere il Falcon 900 dell’Areonautica militare, atterrato poco prima delle 18 a Ciampino, c’erano due ministri del Governo Renzi: Paolo Gentiloni (esteri) e Roberta Pinotti (difesa).

Sui fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone da 4 anni pende l’accusa di aver ucciso due cittadini indiani che erano a bordo di un peschereccio al largo della costa meridionale dell’India. Le vicissitudini che riguardano i due marò sono molte e includono pure errori commessi dalla diplomazia italiana, ma questo terzo ritorno di Girone in Italia, dopo quello del 2012 per trascorrere le vacanze di Natale e quello del 2013 per votare alle elezioni politiche, potrebbe essere quello definitivo. Infatti la Corte Suprema indiana ha attuato la decisione del Tribunale arbitrale dell’Aja che lo scorso 29 aprile ha affermato che i due imputati devono attendere in Italia l’esito della vicenda giudiziaria che li riguarda. Massimiliano Latorre era già da mesi in Italia, avendo ottenuto un permesso per motivi medici; ora anche Girone ha potuto riabbracciare i propri famigliari.

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Marò al 2 giugno? La Meloni si appella ai vertici della Marina

Dopo la parola d’ordine “riportare a casa i due marò“, ora Giorgia Meloni, candidata alla carica di sindaco di Roma per Fratelli d’Italia – AN, ne lancia una seconda: “far sfilare Salvatore Girone alla parata del 2 giugno“; e con lui “idealmente anche il convalescente Massimiliano Latorre”. La candidata romana rimprovera allo Stato italiano la mancanza di “dignità” e di “coraggio” per difenderli “dall’arroganza di una Nazione straniera”. Secondo Giorgia Meloni

L’Italia avrebbe potuto coinvolgere la Nato di cui è membro, avrebbe potuto minacciare il ritiro dei suoi contingenti Onu, avrebbe potuto chiedere una reazione dell’Unioni Europea, anche attraverso sanzioni economiche all’India. Nulla di questo è stato fatto. I Governi Monti, Letta e Renzi hanno preferito cercare inutili sotterfugi e accordi sottobanco invece di affrontare di petto la questione.

La Meloni, dalle colonne de Il Tempo, con il suo editoriale si appella quindi ufficialmente all’Ammiraglio De Giorgi, Capo di Stato Maggiore della Marina – “e non al Governo” – affinché il marò Girone possa sfilare a Roma il 2 giugno per “denunciare, con la fierezza che ha sempre dimostrato, la vergogna di una politica che ha deciso, per calcolo, di non difendere i nostri uomini in divisa”.

Marò al 2 giugno? Renzi dice no: “Meglio farlo stare con la sua famiglia, è buonsenso”

Il Presidente del Governo Matteo Renzi, dal canto suo, in un’intervista al TG5 ha negato tale eventualità. Rivendicando il fatto di aver riportato a casa Salvatore Girone “con il buon senso“, non ha risparmiato critiche ad alcuni governi che lo hanno preceduto, che sarebbero stati privi, appunto, di buon senso. E tale buon senso significherebbe, secondo il Renzi, “consentirgli in questo momento di stare con la sua famiglia” e vivere questa fase in “sobrietà” e con “stile”. A chi gli ha rinfacciato la sua assenza di ieri all’aeroporto di Ciampino, Matteo Renzi si è così giustificato:

In passato troppo spesso si è strumentalizzata la vicenda dei marò. La gioia profonda di avere riportato a casa tutte e due i marò non deve essere oggi esibita come bandierina politica. Buon senso e determinazione, così va avanti l’Italia.

Sulla testata online Primato Nazionale, diretta da Adriano Scianca (Casapound), sembrano farsene una ragione: “Girone non sfila? È giusto così”. Nell’articolo si dice che preferiscono che se ne stia a casa, per risparmiargli la retorica sia di chi, in questi quattro anni, lo avrebbe dimenticato “dall’altro capo del mondo”, sia di chi vorrebbe usarlo “come la Madonna Pellegrina”.

Bufera sul post di Negri (PD): “Pescatori italiani, prudenza”

Nel frattempo, il sindaco di Cesano Boscone Alfredo Simone Negri, del Partito Democratico, ha scatenato una polemica con un suo post apparso sul suo profilo personale facebook:

Il post del sindaco di Cesano Boscone Alfredo Simone Negri sui due marò Latorre e Girone tornati in Italia: Pescatori, prudenza marò al 2 giugno

Nuovamente è Giorgia Meloni a lamentarsi: “Renzi non ha niente da dire?” Sempre all’interno di Fratelli d’Italia – AN, la coordinatrice lombarda Paola Frassinetti ha affermato che si tratta di “un’uscita irriguardosa“, per la quale verrà presentata “un’interrogazione parlamentare per chiedere provvedimenti su questo caso vergognoso”. Negri invece si difende: “Era solo una battuta, non pensavo di destare tutto questo clamore. Purtroppo come tutte le persone sarcastiche non so trattenermi“. Anche lui ha invitato a non strumentalizzare la vicenda dei due marò; pur dicendosi contento del ritorno di Girone, il sindaco ha affermato:

Siamo di fronte a una vicenda controversa, dove sono morti civili inermi. Ha fatto bene il governo a spendersi per riportarli a casa ma penso che sia anche giusto che la nostra opinione pubblica ne possa parlare, discutendo anche degli aspetti poco chiari della vicenda.

E infine, per rincarare la dose: “Francamente non ritengo meritino di essere onorati come due eroi“.

L'autore: Piotr Zygulski

Piotr Zygulski (Genova, 1993) è giornalista pubblicista. È autore di monografie sui pensatori post-marxisti Costanzo Preve e Gianfranco La Grassa, oltre a pubblicazioni in ambito teologico. Nel 2016 si è laureato in Economia e Commercio presso l'Università di Genova, proseguendo gli studi magistrali in Filosofia all'Università di Perugia e all'Istituto Universitario Sophia di Loppiano (FI), discutendo una tesi su una lettura trinitaria dell'attualismo di Giovanni Gentile. Attualmente è dottorando all'Istituto Universitario Sophia in Escatologia, con uno sguardo sulla teologia islamica sciita, in collaborazione con il Risalat Institute di Qom, in Iran. Dal 2016 dirige la rivista di dibattito ecclesiale Nipoti di Maritain. Interessato da sempre alla politica e ai suoi rapporti con l’economia e con la filosofia, fa parte di Termometro Politico dal 2014, specializzandosi in sistemi elettorali, modellizzazione dello spazio politico e analisi sondaggi.
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