Comunali Roma, l’analisi SWG: la forza della Raggi e le divisioni a destra

Pubblicato il 7 Giugno 2016 alle 12:07 Autore: Emanuele Vena
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Comunali Roma, l’analisi: la forza della Raggi e le divisioni a destra

La forza dei candidati – in particolar modo Virginia Raggi – e le divisioni del centrodestra sono i punti chiave dell’analisi effettuata da SWG nel primo turno delle elezioni comunali a Roma, che hanno visto accedere al ballottaggio la candidata del M5S e il parlamentare PD Roberto Giachetti, distanziato di ben 10 punti dalla Raggi ma davanti a tutti gli altri contendenti.

Come rilevato da SWG, tutti i principali candidati hanno fatto decisamente meglio delle coalizioni a loro sostegno, in termini di voti assoluti. Un dato che ovviamente non sorprende, vista la possibilità – per i comuni con più di 15 mila abitanti – di votare anche solo per il candidato sindaco, eventualità nella quale il voto non viene esteso anche alle liste collegate (mentre, viceversa, un voto solo alla lista viene assegnato anche al candidato sindaco collegato).

Il trend è evidente a partire da Virginia Raggi, che ha ottenuto oltre 450 mila preferenze, il 10% in più di quelle raccolte dal M5S. Ciò che risulta particolarmente rilevante è invece un altro aspetto: la Raggi conquista il 9% degli elettori dem e – rapportando il suo risultato a quello delle precedenti amministrative del 2013 – raccoglie addirittura un terzo degli ex elettori del sindaco uscente Ignazio Marino.

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A fare da contraltare c’è il risultato del PD: il 70% degli elettori dem delle scorse europee ha votato anche per Giachetti. Ma in particolar modo da sottolineare come – oltre al già citato flusso di voti dal PD al M5S – vada segnalato anche un 8% di ex elettori dem rifugiatosi nell’astensione.

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Comunali Roma, l’analisi: il disastro di Berlusconi

 

Il vero sconfitto del primo turno delle comunali di Roma è però il centrodestra. Fallimentare, in particolar modo, sembra esser stata la decisione di Silvio Berlusconi di appoggiare Alfio Marchini, abbandonando la candidatura Bertolaso ma opponendosi frontalmente a quella di Giorgia Meloni. A testimoniarlo, secondo SWG, è un dato emblematico: 6 elettori su 10 dell’area di centrodestra hanno infatti optato per la leader di Fratelli d’Italia, mentre appena il 20% ha preferito l’imprenditore romano. Da segnalare anche qui l’exploit delle candidature a sindaco rispetto alle liste collegate, con un +16% per Giorgia Meloni.

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Altri 2 aspetti da evidenziare sono il ruolo marginale di Forza Italia e l’emorragia di voti registrata da Marchini. Riguardo al primo, il partito di Berlusconi ha ottenuto poco più del 4%, con ben 6 mila voti in meno della lista civica di Marchini. Con riferimento al voto personale nei confronti dell’imprenditore, invece, va sottolineato come addirittura 1/4 dei consensi raccolti nel 2013 abbia preso letteralmente il volo, preferendo stavolta approdare su sponde pentastellate.

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L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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