Brexit: l’impatto sul commercio elettronico

Pubblicato il 21 Giugno 2016 alle 13:47 Autore: Redazione
brexit, grafico con percentuali e barre

Brexit: l’impatto sul commercio elettronico

A pochi giorni dal voto che deciderà le sorti di Regno Unito ed Unione Europea, ha senso fare il punto della situazione rispetto a quelle che saranno le conseguenze di un’eventuale Brexit sull’economia dell’Europa ed in particolare su quella legata all’e-commece.

La mobilità dei cittadini entro i confini dell’Unione, il libero scambio, l’uso di una valuta comune e un appropriato meccanismo di risoluzione dei conflitti sono solo alcuni dei benefici di cui godono gli stati membri dell’Unione Europea. Benefici che, come illustrato nel Grafico 1, hanno contribuito in modo determinante alla prosperità economica dei paesi annessi.

   brexit, grafico con percentuali e barre

Una buona percentuale di Inglesi, tuttavia, sostiene che il progresso economico del Regno Unito sia stato rallentato dalla partecipazione all’Unione Europea e che le leggi applicate agli stati membri siano troppo costrittive.

Come mostrato nel Grafico2, il trend di crescita del PIL inglese è accomunabile a quello degli Stati Uniti piuttosto che a quello dell’Eurozona, mentre il tasso di disoccupazione è uno dei più bassi nell’Unione Europea (Grafico 3)

brexit, grafico con curve

brexit, grafico con barre e percentuali

Partendo da questi presupposti, analizziamo alcuni degli impatti che la Brexit potrebbe avere sul mercato dell’e-commerce del paese.

Diminuzione del potere d’acquisto

Successivamente ad un’eventuale separazione dall’UE, l’Inghilterra avrà, secondo l’articolo 50, un periodo di due anni per negoziare i suoi termini di uscita. Questo periodo sarà con molta probabilità caratterizzato da incertezza economica, almeno finché le condizioni finali concordate non saranno annunciate. Come conseguenza, sono previsti: un incremento nelle fluttuazioni dei tassi di cambio, un incremento del fattore di rischio nei mercati azionari e un possibile calo negli investimenti business.

Se il Regno Unito deciderà di lasciare l’UE, l’incertezza nel mercato ridurrà il potere d’acquisto del consumatore e, come spiegato dal Guardian, la sterlina subirà una svalutazione del 15%-20%.

Rallentamento dell’e-commerce britannico e aumento dei prezzi in Europa

Per quanto il contributo dell’Unione Europea sulle esportazioni totali del Regno Unito sia passato dal 55% del 1999 al 45% del 2014, per gli inglesi quello europeo costituisce ancora il mercato più grande (Grafico 4).

brexit, grafico con istogrammi

A questo proposito, la Brexit porterebbe quasi certamente ad un aumento della tassazione prevista sugli scambi tra UK e UE e questo avrà un impatto particolare sul mercato dell’e-commerce – stimato oltre le 115 Milioni di Sterline nel 2015 – in tutta Europa.

Al momento le esportazioni dell’e-commerce britannico verso paesi dell’europa occidentale costituiscono più del 50% delle esportazioni totali. Di queste, la Francia è la più grande importatrice (24%) seguita dalla Germania (14%). Benché ci si aspetti che il Regno Unito sia in grado di negoziare una continuazione dell’accordo di libero scambio, nel caso questo non avvenga le modifiche al sistema di tassazione avranno un impatto sul prezzo finale dei beni di importazione ed esportazione e gli acquirenti online dentro e fuori dal Regno Unito finiranno per pagare di più (dal 2 al 15% a seconda della categoria merceologica del prodotto in questione).

Il mercato dell’e-commerce legato alla moda, che tradizionalmente include clienti attenti ai prezzi, sarà con molta probabilità uno dei settori più colpiti e ha manifestato i primi segni di indebolimento da quando la discussione legata alla Brexit si è intensificata. Per quanto ci si aspetta che i prezzi si normalizzino nel lungo periodo come conseguenza dell’approvigionamento di risorse primarie tramite mercati più economici, le compagnie di retail virtuale potrebbero andare incontro a tempi bui nei mesi successivi all’uscita.

Come spiegato da Business Insider, la Brexit potrebbe avere inoltre un impatto deleterio sugli investimenti all’interno del paese, specialmente in un settore come quello dell’e-commerce, noto per avere un alto cash burn rate.

Gli investitori potrebbero associare le restrizioni di capitale dal Regno Unito verso gli altri stati membri dell’UE con un più basso ritorno sull’investimento e adottare un atteggiamento cauto quando si tratta di finanziare società, influenzando così facendo i piani di crescita di diverse piccole e medie società di ecommerce regionali.

Limitazioni Pratiche

Robert M.Maier, co-fondatore di Visual-Meta, società madre di piattaforme di comparazione prodotti tramite il marchio Shopalike dice:

“Se il Regno Unito decide di lasciare l’UE, gli acquirenti online possono aspettarsi ritardi nelle consegne e costi di spedizione più alti. In aggiunta alla loro sede operativa, poi, le compagnie di ecommerce nella regione dovranno ripensare completamente le proprie policy di reperimento beni e modificare i propri prezzi di listino per assicurare la sostenibilità aziendale.”

In conclusione, l’impatto della Brexit sarà quasi certamente deleterio per il settore dell’e-commerce sul breve periodo. Le modifiche alla struttura di tassazione avranno un impatto sui prezzi per compagnie e consumatori finali, le fluttuazioni dei mercati finanziari limiteranno gli investimenti delle società, e l’incertezza riguardo alle nuove policies influenzerà i tempi di consegna dei prodotti e i relativi costi. Tuttavia, questa incertezza si dovrebbe stabilizzare sul lungo periodo.

L'autore: Redazione

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