La Brexit arriva? Sì, ma con calma

Pubblicato il 27 Luglio 2016 alle 11:10 Autore: Emanuele Vena
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La Brexit arriva? Sì, ma con calma

E’ passato ormai un mese dal referendum che ha sancito la Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Ma per dare concretezza a questo risultato e a questa scelta, manca ancora uno step fondamentale: l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona che permette ad ogni Stato membro di recedere dall’UE, conformemente alle proprie norme costituzionali. Perciò ora la domanda resta una sola: quando si deciderà Londra a compiere il fatidico passo?

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Theresa May è attesa oggi a Berlino, per un incontro con la Cancelliera tedesca Angela Merkel, per poi virare domani in Italia per un faccia a faccia con il premier Matteo Renzi. Entrambi i leader politici – insieme al presidente francese François Hollande e a quello della Commissione UE Jean Claude Juncker – sembrano piuttosto concordi su un punto: Londra deve attivare al più presto l’articolo 50, una mossa preliminare fondamentale per poi aprire una seconda fase, quella di un nuovo negoziato. Una strategia che conferma il malumore di Bruxelles e delle cancellerie di Italia, Francia e Germania verso l’atteggiamento snobistico assunto dal Regno Unito nei confronti del negoziato di febbraio scorso con l’ex premier David Cameron, che non è servito a fermare l’iter referendario.

Brexit: articolo 50? Nessuna fretta

Ma quale sarà l’effettiva deadline per l’attivazione del famigerato articolo 50? I bookmakers d’oltremanica dipingono uno scenario in cui non sembra emergere una particolare fretta. Secondo Betfair, c’è addirittura meno di una possibilità su 2 che la procedura di uscita dall’UE venga attivata prima della seconda metà del 2017. A conferma evidentemente della volontà politica di procedere ad un’ulteriore attività di mediazione in grado di contenere le possibili ripercussioni negative dell’esito referendario.

Nel frattempo, nonostante il terremoto politico provocato all’interno del Partito Conservatore dalla Brexit – con l’avvicendamento tra Cameron e la May – sul piano elettorale i Tories sembrano uscirne addirittura rafforzati. Secondo YouGov, i Conservatori staccherebbero di addirittura 12 punti (uno in più rispetto al precedente sondaggio) i Laburisti, danneggiati dallo scarso appeal di James Corbyn – leader uscente e ricandidato, in vista della scelta del nuovo capo del Labour in programma nelle prossime settimane – il quale sarebbe il miglior primo ministro solamente per il 18% dell’elettorato, quasi un terzo del consenso dell’attuale premier May.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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