Assange contro Clinton: “guerra in Libia come biglietto da visita per la presidenza”

Pubblicato il 5 Novembre 2016 alle 16:43 Autore: Alessandro Faggiano
assange

Assange: Clinton ha voluto intervenzione in Libia

Il fondatore di Wikileaks, l’esperto informatico Julian Assange, ha rilasciato una intervista esclusiva a RT (Russia Today). L’australiano ha parlato delle presidenziali USA e della sua attuale situazione giuridica. Si autodefinisce come “prigioniero politico dell’occidente“. Assange non esce da ormai 4 anni dall’ambasciata dell’Ecuador, sita in Londra. In concomitanza con le elezioni americane e l’approssimarsi dell’election day, l’Ecuador ha deciso di ridurre la connessione di Assange, affinché “non intervenga nel processo democratico americano”.

Assange: “Clinton vincerà perché sostenuta dall’establishment”

Secondo il fondatore di Wikileaks, la Clinton avrà la meglio su Trump, in quanto è “sostenuta dall’establishment. Tutti i maggiori gruppi di potere (lobby) supportano e finanziano Hillary Clinton. I maggiori poteri economici e finanziari del Paese sono con lei. Clinton è il punto centrale delle operazioni di un sistema controllato da grandi entità bancarie (come Goldman Sachs). E ancora, dai grandi agenti di Wall Street, dall’intelligence, dal dipartimento di Stato, i Sauditi e altri ancora. Lei è il perno incaricato di collegare questi elementi.” Nel ‘leak’ di alcune settimane fa, si evidenziava la posizione di favore della Clinton verso le banche, affermando che ha sempre fatto il possibile per garantire i loro interessi.

libia isis

Assange: “distruzione della Libia fu voluta da Clinton. Sarebbe stato il suo ‘biglietto da visita’ come segretaria di Stato e per la futura corsa alla presidenza.”

Julian Assange continua a parlare delle imminenti elezioni e attaccando il banco democratico. L’australiano assicura che all’interno delle mail riservate, “si riscontra la volontà di Hillary di intervenire in Libia. Sarebbe stato il suo biglietto da visita come segretaria di Stato. La gestione della crisi le avrebbe aperto le porte della corsa alla presidenza nel 2016. Obama era contrario all’intervento militare. Clinton era favorevole. Come conseguenza della crisi libica e dell’intervento statunitense, morirono oltre 40.000 persone. Sono saltati fuori i terroristi, e lo Stato Islamico. Ovvero, ciò che ha provocato la più grave crisi europea legata a rifugiati e immigrazione.

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Il legame tra Clinton e Arabia Saudita

Infine, Assange assicura – sempre attraverso il filtraggio delle mail – che Clinton ha strettissimi rapporti con i Sauditi. “È risaputo che Arabia Saudita e Qatar finanziano l’ISIS. Per comprenedre la Clinton bisogna conoscere i suoi interessi economici con l’Arabia.”

Assange ha attaccato frontalmente l’ex-first lady, nell’esclusiva intervista rilasciata per RT. Il messaggio del fondatore di Wikileaks sarà capace di spostare gli equilibri? A pochi giorni dall’election day, la Clinton deve affrontare l’ennesimo attacco, dopo la riapertura dell’indagine federale dell’FBI. Trump – dopo un periodo caratterizzato dalla fuoriuscita di scandali sessuali – sembra essere uscito dall’occhio del ciclone. Poco meno di 72 ore e sapremo se questa è stata solo l’ultima illusione del magnate di New York. Chi vincerà tra l’anarchico Donald Trump e il “perno dell’establishment”, Hillary Clinton?

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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