Crescono le compravendite immobiliari grazie ai single

Pubblicato il 10 Novembre 2016 alle 12:36 Autore: Gianni Balduzzi

Crescono le compravendite immobiliari grazie ai single

Dopo circa un anno e mezzo in cui le erogazioni dei mutui hanno progressivamente fatto registrare una crescita che per alcune province è arrivata a superare il 50% del periodo precedente, mentre il mercato immobiliare viveva un preoccupante stato di stagnazione,  si cominciano a registrare i primi benefici anche sulle compravendite. A sostenerlo è il recente report di Tecnocasa. Tra l’altro il trend dei mutui, insieme a quello della cessione del quinto, si muove in direzione molto diversa rispetto a quello dei prestiti, compresi quelli di ristrutturazione, che invece continuano a stentare, quindi si preferisce acquistare piuttosto che migliorare l’abitazione che si ha già.

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Secondo l’analisi che l’ufficio Studi del noto franchising specializzato nelle vendite immobiliari ha recentemente pubblicato, guardando alla tempistica che serve nelle grandi città e nelle varie province per giungere all’atto di vendita di un immobile, si è passati da una media di 170 giorni ad una di 159 giorni per le grandi città,  da 177 a 170 per i capoluoghi di provincia, e da 189 a 180 per i comuni più piccoli e le città ubicate negli hinterland delle realtà più grandi (soprattutto Roma e Milano). Le città che risultano ancora più penalizzate nei tempi sono Torino con 168 giorni, Bari con 181 e Genova con 183. Tuttavia a Torino è stato registrato anche un aumento (il più elevato nelle grandi città) delle quotazioni immobiliari di poco inferiore al 30%, seguita da Milano che rimane intorno al 28%.

Compravendite immobiliari, trilocali e bilocali in testa

Questa maggiore vivacità del mercato è da imputare soprattutto ai single, che rappresentano il 45,8% degli acquirenti. La tipologia più richiesta però non è a “misura” di single, perché si concentra sul trilocale con un + 37,5%, quindi segue il bilocale con + 26,9%. Complici di questi orientamenti sono i prezzi piuttosto bassi, che permettono di acquistare anche a titolo di investimento, una scelta che raccoglie circa il 10% del totale. Ben l’80% compra oggi casa come abitazione principale.

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La soluzione che piace meno è quella indipendente o semi indipendente, che occupa cumulativamente (comprendendo ville, villette a schiera, rustici, ecc) solo il 14% circa del totale.  Interessante è invece la percentuale più attiva che è quella over 35 anni, che quando può, per le condizioni economiche, sceglie di essere indipendente e staccarsi dal nucleo di origine.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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