Quale è la vera Lombardia?

Pubblicato il 18 Marzo 2012 alle 15:50 Autore: Andrea Iurato
regione lombardia

Con nove consiglieri regionali la regione detiene il triste record, insieme a Puglia e Calabria, della regione con più inquisiti d’Italia.
E’ vero che chi è indagato non è condannato, né condannabile, perché nel nostro Paese ci sono tre gradi di giudizio prima di accertare la verità processuale, ma è anche vero che chi riveste cariche pubbliche, dal Consigliere comunale al Presidente del Consiglio dei Ministri, deve essere una persona di specchiata moralità ( frase non presa a caso visto che ,nei concorsi pubblici per la Presidenza del Consiglio, si richiede al candidato “una specchiata moralità”), ed è questo che molto spesso si dimentica in Italia.
A vent’anni da tangentopoli pare che poco sia cambiato nel nostro Paese; anzi la Corte dei Conti ha accertato che la corruzione all’Italia costa sessanta miliardi di euro all’anno (quanto il fatturato di tutte e quattro le mafie italiane messe insieme).
A soli tre anni dall’EXPO 2015, che vedrà Milano capitale del mondo, l’intera classe politica lombarda deve interrogarsi su quello che sta accadendo: continuare su questa via, attendendo giorno per giorno di sapere chi sarà il prossimo ad essere indagato, o cercare di portare un’etica politica in una regione che, oggettivamente, non può permettersi di avere zone grigie. Già il rifiuto ostinato, e ripetuto fino allo sfinimento, che nella regione la mafia non esiste ha permesso all’ ‘ndrangheta di continuare a radicarsi tranquillamente nel tessuto dell’imprenditoria lombarda drogandola a tal punto che non si sa se in ogni grosso appalto vi siano o meno infiltrazioni mafiose.
Un pizzico di colpa è anche nostra: non ci rendiamo conto che i c.d. reati da colletti bianchi provocano maggiori danni rispetto a quelli comuni e spesso nei telegiornali non capiamo perché i ricchi “distraggono” mentre i poveri “rubano”.
Basterebbe un codice etico,approvato da tutti gli schieramenti politici, che prevedesse che ogni eletto del partito, qualora fosse indagato, dovesse immediatamente dimettersi. Se poi l’accusa si risolvesse in un nulla di fatto dovrebbe essere reintegrato e coloro che hanno sbagliato pagare per il loro errore, altrimenti, in caso di condanna, si eviterebbero quegli odiosi casi che stiamo vedendo in questi giorni: può il presidente del consiglio lombardo stare tranquillamente al suo posto quando è stato indagato per corruzione?
Può il nostro Paese permettere che i reati contro la pubblica amministrazione siano puniti così poco? Perché negli scorsi anni si sono diminuite continuamente le pene?
Anche il ministro Severino si è accorto di tutto ciò e ha promesso che esaminerà la faccenda.
Intanto il cittadino italiano medio aspetta di sapere gli sviluppi, stanco di vedere che i suoi rappresentanti, non solo prendono stipendi da favola con privilegi assurdi, ma addirittura cercano di incrementare i loro guadagni facendosi corrompere provocando danni enormi a tutta la collettività.

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