Mappe lingue straniere: come si dice “grazie” in Europa

Pubblicato il 9 Febbraio 2017 alle 17:47 Autore: Giacomo Salvini
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Mappe lingue straniere: come si dice “grazie” in Europa

E’ una delle parole che sentite ripetere più spesso durante la giornata. Ovviamente se siete circondati da persone gentili. “Grazie” fa parte del nostro vocabolario quotidiano ed è un gesto di cortesia nei confronti di qualcuno che ci ha appena fatto un favore. Seguendo le linee guida dell’Enciclopedia Treccani, “grazie” è un’interiezione che può essere utilizzata in diversi contesti: ovviamente per ringraziare qualcuno, per esprimere la propria gratitudine, per accettare o rifiutare cortesemente un’offerta.

Ma oltre al suo significato più esplicito, l’uso della parola “grazie” porta con sé un aspetto sociologico sottolineato da diversi studiosi. Basti pensare alla ricerca di Adam Grant della Wharton School (Università della Pennsylvania) e Francesca Gino della Chapell Hill (Università della North Carolina) che in una recente ricerca hanno dimostrato, tramite una serie di esperimenti empirici, che essere grati a qualcuno (facendoglielo notare, ça va sans dire) può migliorare le nostre condizioni di vita, sia sotto l’aspetto della salute fisica sia sotto quello psicologico delle relazioni umane.

“I risultati dei nostri esperimenti – si legge nelle conclusioni della ricerca dei due studiosi – suggeriscono che quando coloro che forniscono un aiuto vengono ringraziati, l’importanza del proprio valore sociale li incoraggerà a fornire ancora più aiuto in futuro”.

Mappe lingue straniere, come si dice “grazie” in Europa

Ma come si dice “grazie” in Europa? La mappa che trovate qui sopra è stata realizzata dall’Università di Amsterdam insieme a quella di Leida (cittadina olandese che può contare sulla più antica Università dei Paesi Bassi) che hanno anche analizzato la radice etimologica della parola.

I colori degli Stati fanno riferimento al diverso ceppo linguistico nel vecchio continente: le lingue neo latine sono segnate con il colore rosso, quelle germaniche in giallo e le slave in verde. Oltre ai più classici “thank you” (Inghilterra), “merci” (Francia), “gracias” (Spagna), “danke” (Germania), tutti gli altri modi di dire “grazie” sono meno conosciuti al pubblico: basti pensare al “tack” svedese o all’Efcharistò greco (ευχαριστώ) fino allo “Djakuju” ucraino.

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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