Spagna fuori: addio tiki taka

Pubblicato il 19 Giugno 2014 alle 10:45 Autore: Michele Palmiero

Dopo due giornate la Spagna è fuori dal Mondiale. Il primo verdetto ufficiale proveniente dal Brasile lascia tutti a bocca aperta: Olanda e Cile agli ottavi, Spagna clamorosamente eliminata.
La squadra che per sei anni ha dominato in Europa e nel Mondo grazie all’ormai celeberrimo tiki taka sembra essere un lontano ricordo: prima gli olandesi poi i cileni schiantano le “Furie Rosse” e interrompono bruscamente l’egemonia imposta da Aragones e Del Bosque.
Del Bosque

Le prime, fondamentali avvisaglie della crisi del “sistema tiki taka” si erano avvisate già da diverso tempo grazie all’esempio del Barcellona. Il club catalano può essere considerata la sorgente di tutte le vittorie e al contempo di tutti i mali della nazionale spagnola.
Durante l’aureo periodo di Guardiola i blaugrana costituivano i 7/11 delle Furie Rosse, per di più sia Aragones che Del Bosque non hanno mai smesso di guardare al modello catalano come punto di riferimento.
I vari Busquets, Xavi, Iniesta e Fabregas hanno così “esportato” il loro gioco in Nazionale, portando la Spagna a conquistare due Europei e un Mondiale.
Con la crisi del Barcellona però ogni certezza è venuta a mancare. Il pressing alto e feroce, che permetteva di recuperare palla in posizione avanzata, risulta difficile da sostenere dal punto di vista atletico, specialmente con le altissime temperature brasiliane.
Il possesso palla prolungato fino allo sfinimento risulta sterile e prevedibile se manca la forza di attaccare gli spazi dietro la difesa avversarie, così Del Bosque si è ritrovato a giocare lo stesso sistema di gioco con una squadra che non aveva più benzina nel serbatoio.
L’ingresso nella rosa di Diego Costa è l’unico tentativo di rinnovare uno spogliatoio immutato nel corso di questi sei anni, ma l’attaccante dell’Atletico Madrid non è riuscito in alcun modo a lasciare il segno.
Diego Costa
Le disfatte subite contro Olanda e Cile, che hanno condotto alla precoce eliminazione, lasceranno il segno nei progetti futuri della Nazionale spagnola, la quale è ora costretta a dare inizio ad una repentina rivoluzione tecnica e umana.
Chiunque avrà l’onere e onore di essere scelto come nuovo commissario tecnico dovrà misurarsi con la crescita impetuosa di realtà quali l’Atletico Madrid, il Siviglia vincitore dell’Europa League o il nuovo Valencia dei cinesi. Per non dimenticare poi l’Athletic Bilbao, orgoglioso dell’identità basca ma al contempo fucina di talenti che non possono essere accantonati.
Il materiale umano a disposizione della Spagna è la garanzia dalla quale partire per tornare a vincere in Europa e nel Mondo: il tiki taka ha fatto il suo tempo, ma la Spagna ha ancora fame di successi.