Sondaggi elettorali: la base Pd sta con Renzi

Pubblicato il 19 Febbraio 2017 alle 11:09 Autore: Andrea Turco
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Sondaggi elettorali: la base Pd sta con Renzi

La scissione del Pd ci sarà. Ormai è un dato di fatto. L’unico dubbio è su chi seguirà Massimo D’Alema, Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza. Gli unici, ad oggi, ad essere pronti a dire addio al Partito Democratico, diventato secondo loro il Pdr, il Partito di Renzi. Già, Renzi. Il segretario democratico rassegnerà oggi le dimissioni all’assemblea Pd al Parco dei Principi di Roma e avvierà la breve stagione congressuale. E non sembra intenzionato a trattare sui punti indicati ieri dai scissionisti che sono: conferenza programmatica, la fine del congresso in autunno e un sostegno pieno al governo Gentiloni fino alla scadenza naturale del 2018. Come riportano oggi i giornalisti, l’ex premier andrà dritto per la sua strada: “In assemblea spiegherò che tra partito dei caminetti e partito delle primarie io scelgo il secondo”.

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Gli scissionisti sembrerebbero già spaccati al loro interno. Le indiscrezioni dei giornali parlano di un Michele Emiliano e di un Enrico Rossi pronti al passo indietro. Renzi avrebbe chiamato entrambi e avrebbe fatto capire loro che c’è ancora margine di trattativa. Magari non sui punti indicati ieri, ma su ruoli all’interno del nuovo Partito Democratico senza la minoranza dem. Si dice che i renziani abbiano anche minacciato i due governatori sulla tenuta delle loro giunte. Quella di Rossi conta 20 fedelissimi del segretario dem su 22.

Il redde rationem si avrà comunque oggi dal palco del Parco dei Principi di Roma. Sarà allora che Renzi parlerà ed indicherà la via, strappando di fatto con Bersani, D’Alema e Speranza. L’ex capogruppo alla Camera ha ricevuto ieri una telefonata proprio dall’ex premier al quale ha detto: “Guarda Matteo che non stiamo scherzando. Io mi aspetto da te una risposta politica, mi aspetto che tu riconosca che c’è un problema e che individui con noi un percorso che consenta a quel popolo di centrosinistra che si sente già fuori dal Pd, di sentirsi di nuovo a casa. Se non è così, dovremo dare una nuova casa a quel popolo”.

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Ma cosa pensa quel popolo di cui parla Speranza?  Secondo un sondaggio Winpoll/Scenari Politici per Huffington Post, la maggioranza della base del Pd (64%) vuole che il partito rimanga unito. E il 43% preme per un congresso a maggio (un mese dopo da quello indicato da Renzi) e voto a scadenza naturale (come vogliono gli scissionisti Pd). Infine, nonostante le divisioni interne di questi ultimi giorni, il Pd non perde consensi. Anzi, ne guadagna. Dal 28,8% del 28 gennaio, il Pd raccoglierebbe oggi il 29,1% dei consensi. E il Movimento 5 Stelle, principale avversario del Pd e probabile primo beneficiario della scissione? Perde terreno. Dal 26,4% scende al 26,1%.

Dati che però potrebbero cambiare completamente quando ci sarà la scissione Pd. Unita o dimezzata si saprà solo nei prossimi giorni.

 

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L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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