Cambi di casacca: ecco come è cambiato il Parlamento in questi tre anni

Pubblicato il 23 Febbraio 2017 alle 16:42 Autore: Beniamino Valeriano
sondaggi politici, cambi di casacca

Cambi di casacca: ecco come è cambiato il Parlamento in questi tre anni 

Sono in molti a pensare che il cambio di casacca di un parlamentare in corso di legislatura sia un tradimento nei confronti dell’elettore. Ma, come recita l’articolo 67 della Costituzione italiana, “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” Ma quanti sono i parlamentari ad aver cambiato schieramento in questa legislatura? Secondo un report di Openpolis, dalle ultime elezioni se ne contano già 396 per un totale di 268 parlamentari che hanno cambiato gruppo almeno una volta. Un media di 8,4 cambia al mese, un dato in ascesa rispetto alla XVI

Cambi di casacca: legislature a confronto

Nel 47 mesi del governo Letta-Renzi-Gentiloni i cambi di casacca hanno riguardato il 23,97% dei deputati e il 36,56% dei senatori. La media dei parlamentari che ha fatto almeno un cambio, dunque, si attesta al 28.21%, circa il 10% in più rispetto alla passata legislatura. Nonostante i numerosi avvenimenti politici che hanno colpito la scorsa legislatura – la rottura tra Fini e Berlusconi, ascesa de “i responsabili”, la formazione del governo tecnico guidato da Mario Monti – la media mensile di cambi nell’attuale legislatura ha segnato un aumento del 50% rispetto al periodo 2008-2013.

Cambi di casacca: perché si sono registrati così tanti cambi?

E pensare che manca ancora più di un anno per completare il quinquennio. Inoltre, la scissione del Pd (data ormai per certa) potrebbe rimescolare nuovamente le carte in tavola e favorire la nascita di nuovi gruppi parlamentari. Ma perché in questi ultimi tre anni si sono registrati così tanti cambi? Il motivo principale è rintracciabile nell’implosione del Popolo delle libertà e della conseguente formazione di nuovi gruppi parlamentari a centro destra. Il 66,82% dei cambi alla Camera e l’80,57% al Senato riguarda la parte destra dell’emiciclo. I numeri sono stati decisamente più contenuti a sinistra e nel Movimento 5 Stelle.

Cambi di casacca: la pista da ballo si trova al centro

Tra i più instancabili ballerini troviamo i parlamentari di centro. In quest’area politica sono sessantaquattro i parlamentari che hanno totalizzato 113 cambi, con un rapporto di 1,77 cambi a testa. Un dato di gran lunga superiore rispetto agli altri schieramenti. Per centrodestra/destra ci si ferma al 1,34, per il centrosinistra/sinistra a 1,47, mentre per il Movimento 5 stelle si arriva a 1,51.

 Cambi di casacca: ecco che cosa è rimasto

Una domanda è d’obbligo. Che cosa è rimasto dalle ultime elezioni?  Alla Camera attualmente ci sono 11 gruppi parlamentari, di cui solo 4 sono riconducibili a una lista elettorale delle ultime politiche. Si tratta del Partito democratico, Movimento 5 stelle, Lega Nord e Fratelli d’Italia. A queste va aggiunta Sinistra ecologia e libertà (ora Sinistra italiana – Sinistra ecologia e libertà) che però è passata dalla maggioranza all’opposizione. Situazione analoga al Senato: 10 i gruppi presenti di cui tre (Fi, Pd e Lega) riconducibile alla scheda elettorale del 2013.

I restanti gruppi sono il frutto delle numerosi scissioni. Il Popolo delle libertà (ora è diviso in Forza Italia, Nuovo centrodestra, Ala, Conservatori e riformisti e Gal) ha subito la maggior erosione. La rottura di Scelta civica (che al momento è alleata con Ala in parlamento), invece, ha portato alla nascita di Civici e innovatori e Democrazia solidale. Non mancano poi cosiddetti gruppi “contenitore” che raccolgono varie anime come il gruppo Misto e Per le autonomie-Psie-Maie. Non è difficile  prevedere poi un nuovo esodo a causa dei forti contrasti dentro il Pd, sempre se il governo Gentiloni regga fino alla scadenza naturale del suo mandato.

 

L'autore: Beniamino Valeriano

Mi sono laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Siena. Ho passato un anno a Madrid, ma poi è iniziata la crisi. Tornato in patria, sono ripartito per il Cile e ho (finalmente) capito di voler vivere e lavorare in Italia. Al momento frequento il master della Business School del Sole24Ore in "Giornalismo economico-politico e informazione multimediale". Sono appassionato di geopolitica, America Latina e musica. Speaker per gioco. twitter: @BenValeriano
Tutti gli articoli di Beniamino Valeriano →