Sondaggi politici SWG: i tassisti stanno antipatici al 48% degli italiani

Pubblicato il 6 Marzo 2017 alle 16:34 Autore: Guglielmo Sano
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Sondaggi politici SWG: i tassisti stanno antipatici al 48% degli italiani

Come accade spesso, SWG non indaga soltanto questioni esclusivamente politiche ma rivolge al proprio campione dei quesiti riguardanti la stretta attualità. Per questo, sulla scia delle ultime proteste che hanno attraversato l’Italia, dall’istituto si è voluto chiedere quale fosse l’opinione generale nei riguardi dei tassisti. Ecco allora che, secondo SWG, quasi la metà di italiani, il 48%, non pensa che siano simpatici come categoria. Nello specifico, il 33% li riterrebbe “poco” simpatici. A questi bisogna sommare un 15% che li riterrebbe “per niente” simpatici. Diametralmente, il 33% ne avrebbe un’opinione discretamente buona.

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Sondaggi politici SWG: i tassisti stanno antipatici al 48% degli italiani

Qualunque sia l’opinione degli italiani sui tassisti, come emergerebbe da una recente indagine Piepoli, il paese appoggia nettamente le loro proteste. Addirittura, il 71% degli abitanti di Roma, Milano e Torino starebbe dalla loro parte.

Sondaggi politici SWG: perché i tassisti scioperano?

Ultimamente, la lotta dei sindacati di categoria contro il sistema degli Ncc, il servizio di auto-noleggio con conducente, si è estesa a Uber, app di trasporto privato. Gli ultimi scioperi si sono determinati in seguito all’approvazione, all’interno del Decreto Milleproroghe, di un emendamento della Senatrice Pd Linda Lanzillotta. Questo prevedeva il rinvio di un anno per il varo di una serie di norme volte a regolamentare i due servizi che entrano in concorrenza con i taxi. Il disegno di legge sulla concorrenza che dovrà affrontare nuovamente la questione arriverà in Senato la prossima settimana.

Stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate, un tassista italiano in media guadagna 1.100 euro al mese. Il sospetto è che non venga rilavata una buona fetta di “nero”. Detto ciò, il tassista si fa carico di alcuni costi di gestione fissi, per così dire, dalla benzina alla manutenzione. Incassa in base a una tariffa per chilometro e ha una quota fissa di partenza che cambia in base all’orario. Oltre ai supplementi per bagagli e numero di passeggeri. Insomma, tutta una serie di “paletti” che, attualmente, non pesano su Ncc e Uber.

Stessa cosa per quanto riguarda i controlli. Un tassista rinnova la licenza ogni 5 anni. Sporcarsi la fedina penale equivale ad averla revocata. In più, i tassisti ogni anno si sottopongono a test per alcol e droghe. Chi controlla i dipendenti Uber e gli Ncc? D’altra parte, alcuni ritengono quello dei taxi un vero e proprio monopolio e si chiedono fino a quando converrà lasciare ai tassisti una posizione privilegiata nel mercato.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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