Evadere le tasse: alla Guardia di Finanza solo i pesci grossi

Pubblicato il 28 Marzo 2017 alle 15:33 Autore: Camilla Ferrandi

Evadere le tasse: alla Guardia di Finanza solo i pesci grossi

Nell’ultimo atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2017-2019, il Ministero dell’Economia e delle Finanze chiede un cambio di strategia in tema di contrasto all’evasione. Per evitare sovrapposizioni con l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza si concentrerà solo sui grandi evasori.

Evadere le tasse: alla Guardia di Finanza solo i pesci grossi

Coloro che commettono errori nelle dichiarazioni dei redditi, in generale, tutti i “piccoli furbetti” delle tasse saranno sotto la “giurisdizione” dell’Agenzia delle Entrate. Questa continuerà a mantenere il proprio approccio collaborativo verso il contribuente; l’obiettivo è conseguire la “tax compliance” e rafforzare il rapporto fiduciario tra Fisco e cittadino.

Il Ministero specifica che, se il piccolo evasore sarà reticente o poco collaborativo, allora si passerà alla verifica fiscale dei finanzieri.

evadere le tasse, guardia di finanza

 

L’idea che sta alla base di questo cambiamento è che più i cittadini decideranno di mettersi a posto da soli o su input dell’Agenzia delle Entrate, più il numero di piccoli evasori dovrebbe diminuire. In questo modo la Guardia di Finanza potrebbe investire totalmente le proprie energie sulle grandi evasioni. Fenomeno che cresce di anno in anno e che crea dei danni erariali irreparabili alle casse dello Stato.

Evadere le tasse: alla Guardia di Finanza solo i pesci grossi

Infatti, stando al rapporto annuale 2016 della Guardia di Finanza l’elenco delle somme recuperate da criminali di ogni genere è spaventosamente ingente.

Se si considera solo il valore del riciclaggio di denaro sporco, ovvero il reinvestimento di denaro acquisito illegalmente, si parla di 5,2 miliardi di euro nel 2016. Mentre i sequestri dei beni dei riciclatori ha, durante il 2016, raggiunto 510 milioni. Dato cresciuto del 790% rispetto al 2015.

Continuando con gli esempi a disposizione sui grandi evasori, la cifra dei beni delle organizzazioni mafiose intercettati dai finanzieri sfiora i 4 miliardi. Escluse le proposte di sequestro avanzate e non ancora eseguite. Altri 2 miliardi e 800 milioni.

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In media, sottolinea il rapporto della Guardia di Finanza, nel 2016, ci sono stati 31 reati fiscali al giorno. 781 i milioni recuperati durante l’anno passato. Pochissimi se si considera che le richieste complessive di sequestro della polizia tributaria ammontano a 3,9 miliardi.

Ha un valore ancora superiore il danno erariale generato dagli sprechi e dal malaffare nella gestione di fondi pubblici. Vale circa 5,3 miliardi.

Su richiesta della Corte dei Conti, la Guardia di Finanza ha eseguito, nell’ultimo anno, oltre 2mila verifiche e denunciato più di 8mila persone responsabili di danno all’Erario. A questo si devono aggiungere tutti gli indagati per reati contro la pubblica amministrazione. Ammontano a più di 4 mila soggetti, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, peculato, corruzione e concussione.

Evadere le tasse: alla Guardia di Finanza solo i pesci grossi

Tra i capitoli del report delle fiamme gialle troviamo anche quello riguardante gli appalti. Il valore complessivo dei lavori truccati ammonta a 3,4 miliardi di euro.

Infine, difficile stimare le cifre attorno alle cosiddette “banche parallele”. L’unica certezza, sottolinea il rapporto della Guardia di Finanza, è che l’anno scorso le fiamme gialle hanno arrestato 87 strozzini (+64% rispetto al 2015), denunciandone oltre 400. Sequestrato agli stessi un tesoretto di circa 20 milioni di euro (+80% rispetto al 2015).

In conclusione, la decisione del Ministero dell’Economia va anche, e soprattutto, in questa direzione. Sgravando la Guardia di Finanza dai piccoli evasori, questa potrà concentrarsi sui grandi soggetti di un’economia invisibile che corre di fianco a quella legale.

L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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