Elezioni Germania: ma la Merkel non era spacciata?

Pubblicato il 29 Marzo 2017 alle 17:59 Autore: Riccardo Piazza
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Elezioni Germania: ma la Merkel non era spacciata?

Spesso Angela Merkel è stata data per politicamente morta anzi tempo. Avvenne, ad esempio, nel 2013. Il suo partito di riferimento, la Cdu, riuscì a mantenere la maggioranza al Bundestag soltanto per una manciata di seggi. Ancora: tutti gli analisti la diedero per spacciata dopo il crollo degli indici di fiducia a seguito dell’apertura delle frontiere ai rifugiati del Medio Oriente.

Gli arrivi in tutta la Germania furono circa un milione. Allo stato dell’arte odierno, il Cancelliere non gode invero di vigore smagliante. Eppure guai a dare per vinto il fronte cristiano-democratico in vista delle consultazioni di settembre.

Elezioni Germania: il pragmatismo tra gesti e intenzioni

Domenica si è svolta la tornata elettorale per il rinnovo dei Parlamenti federali regionali. Prima tappa ufficiale, il piccolo bacino del Saarland. Ebbene, il Partito della “Mutti” di Germania ha prevalso sulla concorrenza portando a casa il 40,7%. Un risultato che supera il conseguimento di cinque anni fa (35%), così come anche le previsioni della vigilia (36%).

Al contrario, il Partito Socialdemocratico (Spd), anche con la tonificante guida di Martin Schulz, che nelle intenzioni di voto gioca ormai un testa a testa senza quartiere con la Merkel, non è andato al di là del 29,6% delle preferenze.

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Il pragmatismo figlio della spinta amministrativa gentile e delle prospettive razionali, gli anglosassoni la chiamano Nudge Theory, sembra caratterizzare il resiliente profilo di Frau Merkel.

Al termine delle elezioni regionali di domenica, il Cancelliere ha ribadito un cardine della sua retorica: “Manteniamo i piedi per terra”. Ha inoltre ricordato al suo schieramento che le elezioni di settembre si vinceranno soltanto nelle ultime settimane.

Elezioni Germania: il Saarland e lo spirito di una nazione

Il malcontento della nazione è un’ombra lunga contro cui Merkel affronta tutt’oggi un duro duello, a cavallo tra l’equilibrio interno e la stabilità per tutta l’Unione europea. Qualcosa nel dialogo con il Paese si è incrinato, specie dopo l’apertura palesata ai flussi migratori.

Un leader al governo da quasi dodici anni risente anche del ritorno d’utenza delle altre forze politiche. Ciò nonostante, ad oggi, l’ondata degli approdi sembra essersi ridimensionata e l’economia, escludendo gli acciacchi dei derivati bancari e delle partite correnti, continua a godere di discreta salute.

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Le sinistre hanno glissato sul risultato cercando di sminuire l’importanza dell’evento. Il Saarland raccoglie 800mila elettori. Secondo quanto affermato da Schulz, non può, dunque, rappresentare un Parlamento discriminante a livello nazionale.

I prossimi appuntamenti saranno quelli delle Regioni federali dello Schleswig-Holstein, il 7 maggio, ma soprattutto quelli del 28 concernenti il Nord-Reno Westfalia. Quest’ultimo è il Land più popoloso della Germania. Da qui, proviene un quinto del Prodotto interno lordo dell’intero Stato.

L'autore: Riccardo Piazza

Nasce a Palermo nel 1987 e si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione presso l’Università del capoluogo siciliano nel 2010. Prosegue i suoi studi specialistici in Scienze filosofiche all’Università di Milano dove consegue il Diploma di laurea Magistrale nel 2013. Scrive per alcune riviste telematiche di letteratura e collabora, quale giornalista, per diverse testate d’informazione occupandosi di cronaca parlamentare, costume e società. Si dedica attivamente allo studio dell'economia e del pensiero politico contemporaneo ed è docente di storia e filosofia. Gestisce un blog: http://www.lindividuo.wordpress.com Su twitter è @Riccardo_Piazza
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