Mappe, gli stati più e quelli meno fragili secondo Fund For Peace

Pubblicato il 18 Maggio 2017 alle 12:10 Autore: Gianni Balduzzi
mappe, mondo colorato

Mappe, gli stati più e quelli meno fragili secondo Fund For Peace

C’è una strana somiglianza in effetti tra tutte queste mappe, quella che presentiamo oggi, e quelle su democrazia o livello di sviluppo umano. Che abbiamo mostrato in altre occasioni.

In effetti c’è una correlazione fortissima. E’ quella tra il grado di sicurezza di un Paese, la robustezza delle sue istituzioni, l’economia e la democrazia.

L’indice di fragilità, composto da Fund For Peace e ripreso da Vividmaps, indica quanto i Paesi siano fragili da vari punti di vista.

Sono elencati per esempio criteri come la coesione, quindi la lealtà dell’apparato di sicurezza o la presenza di fazioni rivali; o l’economia, con la presenza di emigrazione dei cervelli o di declino; o la politica, con il rispetto dei diritti umani e la robustezza dei servizi pubblici; l’aspetto sociale, con la presenza di rifugiati, o interventi esterni nel Paese

Mappe, Italia piuttosto robusta, ma non è al top

Vediamo come l’indice è variato nel tempo. L’italia come in altre occasioni si pone in linea con altri Paesi occidentali, ma non raggiunge il massimo come invece Paesi nordici e scandinavi.

in testa infatti vi sono Finlandia, Irlanda, Norvegia, Canada, Asutria e Svizzera, dal 2016 anche la Germania. E, sorpresa, dal 2015 il Portogallo.

L’Italia rimane tra i Paesi stabili, con Francia, Regno Unito, USA. Con sfumature diverse anche Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, e poi Cile, Uruguay e Argentina in Sudamerica.

Anche l’Oman e la Mongolia appartengono a questa categoria, assieme a Corea del Sud e Giappone.

In una situazione mediana, colorati di giallo sono Russia, Cina, India, Brasile, insomma i Paesi più popolosi. Altri Paesi sono reduci da un miglioramento della loro situazione come è il caso della Cina, della Russia, della Colombia o della Bolivia. In altri casi invece divenuti più fragili nel tempo, come per il Sudafrica.

Rimangono in una situazione precaria, in rosso chiaro o rosa, metà dei Paesi africani, il Venezuela, l’Indonesia. Mentre Pakistan, Afghanistan, Siria, Irak, Libia, Congo, Sudan sono sull’orlo della guerra civile, almeno laddove già non c’è.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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