Riforma legge elettorale: Grillo mette ai voti il sistema tedesco

Pubblicato il 27 Maggio 2017 alle 18:20 Autore: Alessandro De Luca
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Riforma legge elettorale: Grillo mette ai voti il sistema tedesco

Si fa sempre più concreta la trasformazione del Rosatellum in un proporzionale alla tedesca. Beppe Grillo ha deciso, infatti, di mettere ai voti la proposta sulla piattaforma Rousseau. Si tratterà di una consultazione lampo dalle 11 alle 19 di domani. Al di là del responso della rete, comunque, Grillo ha già messo dei paletti. Condizioni imprescindibili per aprire la trattativa, lunedì, durante l’incontro con la delegazione del Pd.

Riforma legge elettorale: i paletti di Grillo

Innanzitutto, il voto subito. Secondo Il Sole 24 Ore, la data più gettonata sarebbe quella del 24 settembre. Lo stesso giorno in cui andranno alle urne proprio i tedeschi. Quindi, no a coalizioni elettorali. Poi “proporzionale rigoroso sulla totalità dei seggi della Camera”.

Per Grillo “occorre assegnare a ogni partito sopra lo sbarramento il numero di seggi esattamente corrispondenti alla percentuale di voti ricevuti”. Ciò vuol dire che “laddove dovesse capitare che il numero di seggi vinti da un partito nei collegi uninominali eccedesse il numero dei seggi ottenuti nel riparto proporzionale, quest’ultimo deve prevalere; al fine di garantire la piena proporzionalità del sistema come accade in Germania”.

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Questione soglia di sbarramento. I partiti minori, Mdp e Alternativa Popolare in testa, vorrebbero quella al 3%. Come Forza Italia, invece, il Movimento Cinque Stelle sposa quella del 5%. “Così”, si legge in un passaggio del post, “sono ammessi pochi partiti ma rappresentativi”. C’è, quindi, l’ultima ma non meno importante richiesta. “L’aggiunta di un premio di maggioranza per chi raggiunge la soglia del 40%. Oppure altri metodi di calcolo più selettivi che incrementino il numero dei seggi della prima forza politica”. Un modo, secondo Grillo, per garantire un margine di governabilità.

Riforma legge elettorale: la parte di Renzi

Una mossa, quella di Beppe Grillo, cui La Stampa riconosce “un certo acume”, ma che gioca a favore anche di Matteo Renzi. La decisione, sottolinea il quotidiano, giunge a due giorni dalla direzione dem e dal faccia a faccia con Silvio Berlusconi.

In questa maniera, dice Il Sole 24 Ore, Renzi può neutralizzare chi nel Pd osteggia la soluzione tedesca. Spingerebbe, infatti, i suoi a fare una scelta. Da un lato, un sistema proporzionale gradito da tutti; Fi e M5S, Mdp, Lega Nord, Fratelli d’Italia. Dall’altro, un maggioritario che, sebbene maggiormente apprezzato dallo stesso ex premier, avrebbe il solo favore dei verdiniani.

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Renzi, dunque, sgombrerebbe il campo dall’accusa di inciucio con l’ex Cavaliere. Come spiega il quotidiano di Confindustria, “in questo nuovo contesto di trattativa che sembra comprendere anche il M5S, l’atteso incontro tra Renzi e Berlusconi potrebbe non esserci affatto”.

Una clausola, quella del “voto subito” condivisa da tutti, che consentirebbe a Renzi di andare alle urne subito. Senza neanche “passare per il killer di Gentiloni”. In effetti, ribadisce anche La Stampa, difficilmente Mattarella si opporrà alla richiesta quasi unanime di andare a votare anticipatamente.

Al di là di ogni dietrologia, comunque, “il clima di vaste condivisioni”, per dirla con La Stampa, sembra aver sbloccato la nomina del nuovo giudice costituzionale. Come anticipato dall’Huffington Post, la scelta potrebbe ricadere sul noto penalista Franco Coppi.

L'autore: Alessandro De Luca

Classe 1990. Laureato in Scienze politiche (indirizzo Scienze di governo e della Comunicazione Pubblica) alla Luiss Guido Carli di Roma. Giornalismo e politica, le mie passioni da sempre. Collabora con Termometro Politico da maggio 2014. Attualmente è membro di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni.
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