Sondaggi SWG, social network e informazione: un binomio imperfetto

Pubblicato il 30 Maggio 2017 alle 12:24 Autore: Alessandro Faggiano
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Sondaggi SWG, social network e informazione: un binomio imperfetto

Tra gli ultimi sondaggi di SWG, troviamo una serie di questioni aperte sul mondo dei social network e dell’informazione. In uno di recente pubblicazione, l’istituto demoscopico propone la seguente domanda;

Secondo lei, quanto è credibile quello che si trova sui social network?

Una domanda che differisce sensibilmente da altri approfondimenti sull’informazione, proposti dallo stesso istituto demoscopico. C’è una risposta, tra tutte, che spicca per frequenza (imponendosi di gran lunga sulle altre disponibili).

Sondaggi politici SWG: social network meno affidabili dei giornali per 6 italiani su 10

Oltre il 60% degli intervistati ritengono che ciò che si trova sui social network sia generalmente meno affidabile di ciò che si trova sui giornali. Una visione non proprio pessimista, ma che declassa il valore delle reti sociali per quanto riguarda la formazione di opinioni politiche. La relativa assenza di filtri di controllo – rispetto ai giornali – è ciò che può far pendere  l’ago della bilancia a favore dei media tradizionali. Ciò non comporta, in ogni caso, un rifiuto netto verso le potenzialità informative delle rete; solo un 13% assicura che “quello che si trova sui social network non è mai credibile; ci sono solo sciocchezze”. Una percentuale estremamente simile – il 14% – vede, invece, maggior validità nelle informazioni circolanti sui social network.

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Sondaggi politici SWG: dove si forma l’opinione pubblica?

Il sondaggio posto da SWG apre al dibattito su quali siano i canali privilegiati per la formazione dell’opinione pubblica. Considerando che la maggioranza ritiene più attendibili e veritieri i media tradizionali rispetto ai social, ci si aspetta che televisioni, giornali e radio continuino ad essere i principali portatori dell’opinione pubblica in Italia. Ovvero, è il luogo dove si crea opinione.

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Ciò nonostante, l’importanza della realtà digitale non va messa in discussione. Se si considera la differenza di target dei diversi mezzi di comunicazione, ci si può facilmente rendere conto di come si possano formare più opinioni pubbliche distinte. Si pone, come esempio l’arena mediatica e l’arena virtuale: entrambe possono formare opinioni pubbliche non coincidenti. Tuttavia, ambo i luoghi di formazione dell’opinione pubblica possono interagire con l’altro e incidere sulla stessa.

Nota metodologica: in immagine

 

 

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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