Le frizioni sulle riforme, le obiezioni di Chiti (Pd) e Romani (Forza Italia)

Pubblicato il 27 Giugno 2014 alle 09:35 Autore: Emanuele Vena

Riforme: ancora nodi da sciogliere. Vannino Chiti non si arrende. E afferma: “O c’ è una proposta uguale al Bundesrat tedesco, o l’elezione diretta in concomitanza con i consigli regionali, oppure io su quell’articolo voto contro. Voterò a favore del mio emendamento: se non ci saranno voti sufficienti avrò perso, se saranno sufficienti ognuno prenderà atto del risultato”.

Il senatore Pd Chiti sulla possibilità che l’ emendamento raccolga altre firme oltre alle 35 attuali, “non so se il numero si allargherà o si restringerà, so però che parlamentari di Fi e Ncd mi dicono che il Senato elettivo è la soluzione giusta ma che, obtorto collo, devono obbedire ai patti”. Chiti a La Stampa aggiunge “Sono rimasto molto colpito quando ho letto che i relatori, prima di presentare gli emendamenti, li hanno mandati al governo: questa non è la procedura corretta. Il governo ha un suo ruolo ma non è esclusivo, deve essere di regia. Sulla Costituzione, centrale è il Parlamento e l’ultima parola è dei cittadini”. “Se passa una riforma che dà al Senato competenze con senatori che lo fanno come secondo impegno, non eletti dai cittadini, con la Camera che ha prerogative come la libertà religiosa – aggiunge Chiti – certamente c’è uno squilibrio nel rapporto tra cittadini, Camere e governo”.

 riforme obiezioni senato e legge elettorale

Legge elettorale, Romani (Forza Italia) “Preferenze inaccettabili” – “Le preferenze sono inaccettabili. Sono un fenomeno di corruzione. Ma non credo che Renzi abbia intenzione di cambiare l’ Italicum” che è “la migliore legge elettorale possibile”. A dirlo Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, in un’intervista a Quotidiano Nazionale. Sulla riforma di Palazzo Madama, “voterò contro il Senato elettivo. E darò indicazioni in quel senso: sarà l’aula a decidere”, afferma Romani. “La vera discriminante non è quella, per me, ma il criterio di assegnazione dei senatori alle Regioni che deve essere proporzionale rispetto alla popolazione e ai gruppi rappresentati. È una questione per noi pregiudiziale per votare la riforma”. Quanto all’ immunità “se il Senato fosse configurato come un organo di 100 persone che fanno un altro mestiere, non avrebbe senso”. Sulle riforme Forza Italia si fida del premier Renzi: “Quando sigli un patto sei obbligato a fidarti”, dichiara Romani. Allo stesso modo Renzi può fidarsi di Forza Italia: “Stiamo mantenendo i patti: un comportamento che abbiamo pagato anche in termini elettorali. A noi cosa si può chiedere di più?”.

L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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