Bitcoin sotto assedio da Ethereum e altre realtà, come funzionano

Pubblicato il 17 Luglio 2017 alle 13:01 Autore: Daniele Sforza
Bitcoin, Ethereum e le altre: come funzionano

Bitcoin sotto assedio da Ethereum e altre realtà, come funzionano.

Torniamo a parlare di Bitcoin dando uno sguardo anche alle sue sorelle. E al meccanismo di funzionamento. Non solo la moneta virtuale creata da Satoshi Nakamoto (nome di fantasia). Anche Ethereum, Litecoin e altre stanno emergendo nel panorama delle valute elettroniche. Bitcoin sta continuando a far parlare di sé perché in primavera il valore della moneta ha superato quello dell’oro. Sì, perché bitcoin è più assimilabile alle materie prime, che alle valute tradizionali. Purtroppo si parla spesso di bitcoin quando gli hacker che lanciano malware e infettano computer chiedono un riscatto in questa valuta. Ma siccome nulla è esente da difetti e problemi, meglio spostarci su un fronte più interessante. Ovvero su come queste criptovalute stiano cambiando il mercato finanziario. E siano entrate di prepotenza nel grande oceano in continuo mutamento dell’innovazione digitale.

Bitcoin, Ethereum e gli altri: cos’è la Blochain Economy

Qualcuno già parla di Blockchain Economy. Di una nuova Internet. Di un futuro in cui non saremo più vincolati a un server. In cui gli intermediari spariranno. In cui non si dovrà più far fede a un solo super computer per svolgere i propri servizi. Senza contare la vendita dei nostri dati. Che accettiamo quando decidiamo di utilizzare un servizio. Prendete ad esempio le pubblicità mirate di Facebook e Google. Ecco, forse un giorno spariranno. Perché utilizzeremo tutti la Blockchain. Che oggi forse sarà un nome desueto. Ma che un domani potrebbe diventare comune come oggi lo è il termine internet.

Di fatto, Bitcoin, Ethereum e Litecoin non hanno significato senza la blockchain. Blockchain significa letteralmente “catena di blocchi”. Si tratta di un database distribuito. Questo consente di memorizzare l’archiviazione di dati in più elaboratori o nodi. Non un solo computer, dunque, ma una rete di computer. Un sistema di blocchi, per l’appunto. Il termine blockchain si utilizza oggi quando si fa riferimento alle criptovalute. Eppure in realtà è qualcosa di molto più complesso. È il sistema, la struttura reggente. E i vari bitcoin, ether e chi più ne ha più ne metta sono solo una componente di questa tecnologia.

Bitcoin, Ethereum e blockchain: come funziona il tutto

In principio fu Bitcoin. Lo scopo era semplice, in vista della crisi economica in corso. Svincolare una valuta dalle banche centrali. Evitare qualsiasi rischio di manipolazione. Renderla anonima. Risorsa di valore, moneta di scambio per regolare le transazioni. Non serve essere esperti di discipline economiche. Bisogna anche conoscere l’informatica. I bitcoin sono infatti monete virtuali create in base a elaborati calcoli matematici. Praticamente inattaccabile, a differenza delle valute tradizionali. Ma i bitcoin non sono come le valute tradizionali. Sono invece più come le materie prime, in quanto limitate. E quindi soggette a una forte volatilità. Ma bitcoin fu la prima e come prima ha pregi e difetti.

In seguito arrivano altre valute che vogliono migliorare la componente genitoriale. Tra queste Ethereum, un sistema che è emerso con parecchia forza negli ultimi mesi grazie a forti prospettive di crescita. Una piattaforma decentralizzata che svolge “smart contracts”. Ovvero applicazioni che funzionano esattamente come sono state programmate senza nessuna possibilità di manipolazione, censura, frode o interferenze di terze parti. Applicazioni decentralizzate (imparate questa abbreviazione: DApps) che funzionano su una blockchain personalizzata. Una infrastruttura condivisa a livello globale in grado di muovere valore. E “creare una Internet più accessibile, libera e democratica”, come si legge sul sito ufficiale.

Ma come funziona esattamente dal punto di vista dell’utente? Chi conosce la logica peer-to-peer dovrebbe già saperlo. L’utente installa il client della blockchain – che può essere benissimo Ethereum – sul proprio PC, quindi scarica l’intera catena e invia al proprio Client una quantità di Ether recentemente acquistati. Questo consentirà al client di accettare le transazioni sulla Blockchain e fornire una remunerazione in Ether all’utente. Remunerazione che varia in base al valore di mercato. Il meccanismo è più o meno lo stesso su Bitcoin, sebbene le differenze tra i due sistemi siano numerose.

Bitcoin sotto assedio: cosa sono gli smart contracts

Bitcoin sta cambiando, mutando, migliorando. Però sono emersi nuovi attori sulla scena. Tra questi il più florido attualmente – quello con maggior prospettiva – è proprio Ethereum. Le tradizionali API che consentono il dialogo tra utente e server, qui vengono sostituite dagli smart contracts. Cosa sono gli smart contracts? Semplici programmi che eseguono codice e che permettono il trasferimento della valuta Ether da un utente all’altro. Senza intermediari, senza autorizzazioni. Ma solo sulla base di determinate condizioni. Gli smart contracts, praticamente, sono un addio alle terze parti e alle loro interferenze.

Bitcoin, Ethereum e le altre criptovalute: cosa sono i miners

In questo glossario che dovremo imparare tutti a conoscere, un ruolo di primo piano lo assumono i miners. Ovvero, i minatori, gli estrattori, letteralmente parlando. Sono loro i pionieri di questa nuova tecnologia. E i primi miners si sono peraltro molto arricchiti. Oggi non è più così, ma i miners restano ancora una colonna fondamentale nel processo di generazione dei bitcoin e delle altre valute. Un miner è infatti un soggetto o una compagnia che utilizza le proprie risorse – non stiamo parlando di un tradizionale PC – per generare monete elettroniche. E soprattutto far funzionare le transazioni. A ogni transazione conclusa a buon fine, i miners ottengono nuovi bitcoin.

Bitcoin, Ethereum e non solo: ci sono anche i Litecoin

Non solo Bitcoin ed Ethereum: all’appello ci sono altre criptovalute. Non le elencheremo tutte, per adesso, ma possiamo soffermarci per un momento su Litecoin. Si tratta di un progetto di software open source ispirato a Bitcoin. Anche qui manca qualsiasi autorità centrale. E anche in questo caso Litecoin è nata per migliorare e ottimizzare i principi di Bitcoin. Nata quasi come una costola di BTC, potrebbe svicolarsi dalla moneta originaria e perfino prenderne il posto secondo alcuni. Scenario secondo noi poco prevedibile. Litecoin, però, è molto utile per capire l’andamento delle criptovalute.

Litecoin ha “migliorato” Bitcoin nella riduzione del tempo di elaborazione di un blocco. A questo si aggiunge una maggiore produzione di monete elettroniche.

A oggi è la quarta criptovaluta per capitalizzazione di mercato, ma sta crescendo e un giorno potrebbe superare Ripple.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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