Sondaggi politici SWG: lo spettro vivo della guerra santa

Pubblicato il 18 Luglio 2017 alle 15:32 Autore: Alessandro Faggiano
Al Baghdadi ISIS

Sondaggi politici SWG: lo spettro vivo della guerra santa

La notizia di poche ora fa della non-morte di Al Baghdadi, massimo leader del DAESH, ha ravvivato gli animi dei fondamentalisti. Nonostante il Califfato abbia perso buona parte dei territori conquistati negli ultimi anni, il DAESH continua ad incutere timore. Prima del DAESH, fu Al Qaida a promuovere la una guerra santa contro gli infedeli d’Occidente. Oggi più che mai, questa paura sembra essere decisamente diffusa. SWG chiede ai suoi intervistati quale sia il rischio concreto di una guerra tra occidentali e islamici. La gran maggioranza sembra aver timore del famoso scontro di civiltà di cui parlava Samuel Huntington. 

Sondaggi politici SWG: il rischio si percepisce

La gran maggioranza degli italiani – qui rappresentati dal campione di SWG – sembra temere una guerra tra occidentali e islamici. Nello specifico, un 19% assicura che vi sia un rischio molto elevato. Una percentuale decisamente importante che, sommata a coloro che sono abbastanza preoccupati, raggiunge una larga maggioranza. Il 65% del campione è – come minimo – abbastanza preoccupato di una guerra tra occidentali e islamici.

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A seguire, c’è un altro 19% che si ritiene poco preoccupato per una possibile tra occidentali e islamici. Appena un 5% è certo dell’impossibilità di una guerra. Infine, un 11% non si esprime nel merito.

Sondaggi politici SWG: che guerra?

La domanda, specifica, era la seguente;

Secondo lei, oggi, quanto rischiamo una guerra tra occidentali e islamici?

Per quanto possa sembrare un’affermazione semplice, la concettualizzazione della guerra non lo è. Alcuni possono aver associato in maniera univoca, il rischio di guerra agli attentati. Altri, possono aver pensato a una guerra “tradizionale”, con scontro sul campo tra più schieramenti militari. Infine, non si può escludere la possibilità che una parte del campione abbia pensato alla guerra digitale. Il territorio virtuale, internet, assume una rilevanza sempre maggiore, anche nell’ambito della difesa (oltre che dell’economia, della società). Con la digitalizzazione massiva, tutti (o quasi) i dati sensibili possono essere potenzialmente rubati, catturati, manipolati.

In sintesi, il campione può aver interpretato la guerra in maniera distinta, rispondendo in funzione della propria personale interpretazione di guerra tra occidentali e islamici.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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